RAINTIME: TALES FROM SADNESS
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05/05/2005“Tales From Sadness” è il debut album degli italianissimi Raintime che esordiscono su Arise Records con questo platter registrato ai soliti New Sin di Loria; precedentemente indicatomi come power-death melodico à la Children Of Bodom, mi sono apprestato ad ascoltare questo lavoro incuriosito, visto che di band che scimmiottano i bambini finlandesi il mondo è pieno ma l’Italia no; ecco, togliete dalla definizione sopra citata l’aggettivo ‘death’ e avrete i Raintime, un concentrato piuttosto stantio di classico power metal in bilico tra Stratovarius e i soliti nomi sacri che tocca vette di aggressività solo in rarissime occasioni che coincidono con riff leggermente più incazzati o qualche stimolo di rabbia dietro il microfono del singer (anche tastierista) Claudio Coassin, che invero fornisce una buona prova nel corso del disco. E dire che le premesse non erano poi così male; l’opener “Moot-Lie” è un bel pezzo, trascinante, ricco di groove e che fa presa immediata sull’ascoltatore predisponendolo in maniera ottimale a ciò che seguirà; peccato che ciò che segue sia la fiera della banalità e della noia. Brani come “The Experiment”, pesco a caso, non vi diranno nulla al primo ascolto, ma vi constringeranno a spegnere lo stereo durante le successive fruizioni per via dell’effetto ‘sottofondo fastidioso’. Sono pochissime le idee o gli spunti che si salvano in “Tales From Sadness”, guardacaso i due estremi ovvero la già nominata opener e la conclusiva “Daily Execution/Paradox Defeat”, mentre tutto quello che sta nel mezzo avrà difficoltà a riscuotere le lodi sia degli appassionati di power metal (è pieno di prodotti decisamente migliori in giro, al momento) che tantomeno degli ascoltatori vagamente più estremi, perché è chiaro che chi è abituato ad ascoltare merce scandinava ‘seria’ troverà “Tales From Sadness” acqua di rose scaduta e nulla più, a meno che gli idoli di riferimento non siano Wintersun o Imperanon, nel quale caso cambiano le carte in tavola e i Raintime potrebbero pure fare al caso vostro. Insomma, bocciati su quasi tutta la linea; se la band vuole cercare di farsi strada nel mondo della musica sarà il caso che si rimbocchi le maniche e si dia da fare, anche se non escludo che se questi cinque ragazzi fossero stati finlandesi sarebbero già sotto Nuclear Blast a macinare voti eccelsi in giro per il metallarissimo mondo delle webzine/riviste.
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