BONFIRE: Glorious
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08/06/2015Una delle poche sorprese in positivo del primo quadrimestre dell'anno in corso può essere benissimo rappresentata del comeback dei bavaresi Bonfire, ma con una differenza rispetto al passato mica da ridere: la dipartita del cantante storico Claus Lessmann, roba da far tremare le vene ai polsi di coloro che hanno seguito con passione le loro eroiche gesta. Tuttavia i fan non dovrebbero strapparsi i capelli perchè il nuovo entrato alla voce, il veterano David Reece, elemento dotato di notevole personalità, carica espressiva e di una timbrica avvolgente, riesce a dare quella botta di vitalità che si era smarrita negli lavori da 'Free' al precedente 'Branded', troppo insipidi e banali. Le chitarre tornano a ruggire con determinazione come ai vecchi tempi, magari i risultati non saranno quelli degli Eighties dato che dischi assolutamente formidabili come 'Don't Touch The Light' e soprattutto 'Fireworks' rimangono a nostro modo di vedere ineguagliabili, rimanendo ancora punti di riferimento di un certo class metal dove la forza teutonica veniva edulcorata da un flavour commerciale tipicamente a stelle e strisce. Hans Ziller, musicista che non ha mai ricevuto le gratificazioni che merita e oggi unico depositario dei diritti del monicker, sembra aver ritrovato una seconda giovinezza sciorinando riffs potenti, quadrati, anche pregni di pathos come nell'epicheggiante e anthemica title-track e parti soliste sempre pulsanti di quella melodia che ha fatto fuoco e fiamme nella seconda metà degli anni '80, appare molto a suo agio essendo ben assistito dall'altro axe-man Frank Pane e dai suoi nuovi compagni d'avventura, tra cui il drummer Harry Reischmann autore di un pregevole lavoro con i precisissimi inserti in doppia cassa nella splendida "Nothin' At All" e nella saettante "Free Wind Desperado" dove non si può fare a meno di percepire un retrogusto purpleiano. L'eccellente calibratura del sound da parte del nostro Alessandro Del Vecchio è un ulteriore elemento che contribuisce a far sprigionare al mitico falò un fascio di luce molto più sfavillante rispetto al recente passato. Non saranno più i Bonfire dei capelli cotonati e delle centomila copie vendute di 'Fireworks', ma perlomeno a livello musicale la distanza non è lontana dato che la sensazione che emerge a conclusione dell'ascolto è quella di una band che ha ancora tante belle cose da mostrarci.
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