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PŸLON: A Lament

data

06/09/2016
65


Genere: Doom Metal
Etichetta: Quam Libet Records
Distro:
Anno: 2016

Si chiamano Pÿlon, provengono dalla tranquilla e silente Svizzera e forti di ben sei full length alle spalle si propongono a noi e alla pletora di audioamatori e cultori del metallo più marziale con questo nuovo lavoro battezzato "A Lament". Si, forse la Svizzera non è la patria tra le più feconde ad offrire natali a molte band metal, poche di queste sono realmente emerse e hanno guadagnato un posto all'interno del panorama che conta. I nostri, forse ancora misconosciuti ai più, vengono a noi proponendoci un lavoro che non si discosta poi molto da quanto già proposto in passato, in realtà l'innovazione proprio non interessa alla compagine svizzera che è artefice di un doom metal alquanto tradizionale e che trova le proprie fonti di ispirazione sicuramente nelle sonorità che hanno reso celebri i Black Sabbath all'inizio dell'epoca d'oro degli anni settanta. Un richiamo forte è da riscontrarsi sicuramente nella inflessione vocale di Matt Brand che tanto si avvicina al tono cantilenante e acido di Ozzy Osbourne, nonchè tra le pieghe di "Fair Haven Of Thesterness" che richiama proprio "Black Sabbath", dal disco omonimo del 1970, pietra miliare che a distanza di oltre 40 anni ancora costituisce fonte inesauribile di ispirazione. Anche il sound, e con sound intendo sia la produzione che la scelta materiale dei suoni utilizzati in studio nel corso della registrazione, sono molto "tradizionali", distorsioni secche, senza orpelli e senza innumerevoli diavolerie elettroniche e moderne che snaturano il suono analogico e puro di chi intende proporre una sonorità vecchio stampo nella maniera più fedele ed originale possibile. Il platter si apre con uno dei pezzi più malinconici ed al tempo stesso melodici dell'intero lavoro, una cappa di riverbero cavernosa e claustrofobica sovrasta soprattutto i soli di chitarra e dona una sfumatura piacevolmente dark alla melodia arricchita dalla voce growl di Reto Hardmeier che fa da sottofondo a quella limpida di Matt Brand. Il tono marziale e solenne accompagna tutte le tracce del disco, così come in "Desolation Is Divine", divenendo epico ed apocalittico in "The Day After The War", che dipinge perfettamente una tela oscura, malinconica, triste e desolata, perfetta traduzione musicale di The Day After di Edward Hume; chiudendo gli occhi sembra di vedere il mondo dietro una cortina di fumo grigio, in un paesaggio reso deserto ed arido dalla mano violenta dell'uomo. La band pare insistere molto su tematiche di stampo religioso, ciò è suggerito soprattutto in tracce come "Pantodynamos", tributo all'onnipotenza divina, che si ritaglia il suo posto di preminenza all'interno del disco per l'assolo di chitarra che dimostra un virtuosismo violento dell'axeman Oliver Schneider, specie nei passaggi meno melodici e più impetuosi, e in "Lazarus", ennesima marcia cantilenante in perfetto stile doom. A chiudere il sipario ci pensano "The Lone Rider", che dal titolo non ci può che far pensare a qualche cavaliere solitario figlio di qualche sbiadito western alla Clint Eastwood rivisitato in chiave doom, il che sarebbe una trovata davvero originale e meritevole di encomio, d'altronde, le melodie e i cori possono ricondurre la mente alle malinconiche note provenienti dalle terre desertiche del West, basta con un po' di immaginazione ascoltare i refrain di chitarra ricchi di chorus, e "A Lament", breve traccia strumentale di circa due minuti, epilogo del lamento che lascia spazio solo al silenzio del disco che termina la sua folle corsa all'interno del lettore. Al termine dell'ascolto possiamo dire che "A Lament" è in sostanza un inno alla lentezza, e non ci si potrebbe aspettare altro da un LP che ha quel titolo ed è il parto sofferto di un gruppo che propone doom metal. Per questo motivo possiamo solo fare un cenno velato, senza voler fare troppo i criticoni, alla eccessiva staticità dei pezzi che hanno tutti il medesimo tempo, senza quel guizzo o quella trovata capace di svegliare l'ascoltatore lungo i quasi 50 minuti di durata complessiva.

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