PRETTY MAIDS: WAKE UP TO THE REAL WORLD
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13/11/2006Dopo circa quattro anni di silenzio, intervallati solo dal live "Alive at Least" uscito nel 2003, gli hard-rockers danesi Pretty Maids tornano alla carica con "Wake Up To The Real World", il quale segna il definitivo distaccamento dalla Massacre Records per approdare nel roster della nostrana Frontiers. "Wake Up To The Real World" è un album perfettamente incentrato sulle caratteristiche intraviste negli ultimi album del combo nordeuropeo, meglio individuate in una miscela di hard-rock unita a contaminazioni AOR e sostenuti up-tempos, elementi questi che hanno reso immediata e riconoscibile la propria proposta sonora. Il nuovo cd in questione non si sposta da tali peculiarità sonore, offrendo una proposta musicale adatta a diverse tipologie di ascoltatori. Dopo ripetuti ascolti l'impressione relativa al cd ivi esaminato è quella di un album riuscito ed indubbiamente interessante, il quale non mancherà di coinvolgere a dovere tutti i fans delle sonorità hard-rock di chiaro piglio melodico, ora più che mai grazie ad alcuni azzeccati arrangiamenti di tastiere buoni a rendere il sound del gruppo ancora più elegante e compassato. Va inoltre segnalato, nella line-up del gruppo, l'arrivo del drummer Allan Tschicaja, già noto in qualità di former dei rockers neoclassici Royal Hunt, un inserimento che ha provveduto a donare ulteriore qualità e blasone ad una band già di per sé di ottimo spessore. Dal lato più specifico del songwriting ci troviamo di fronte a nove brani (più la cover della celeberrima "Perfect Strangers") accattivanti e dalle intelligenti linee melodiche, completati da arrangiamenti perfettamente studiati e da chorus trascinanti e di facile assimilazione, altro elemento che difficilmente ha latitato nella musica dei guys danesi. Tra gli episodi di maggior classe mi sento di segnalare la rockeggiante "Wake Up To The Real World", in pieno stile Pink Cream 69, la diretta "As Guilty As You" e la favolosa ballad "Where True Beauty Lies", una vera e propria gemma di malinconiche e profonde melodie. Non mi rimane che spezzare una doverosa lancia nei confronti di Ronnie Atkins e soci, i quali hanno saputo confermarsi a grandi livelli grazie ad un nuovo album di indubbio spessore, che potrà assicurarsi con disinvoltura l'interesse di molteplici tipologie di hard-rockers. Un altro bel colpo in un 2006 davvero da incorniciare.
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