PRAYING MANTIS: SANCTUARY
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08/06/2009Continua il viaggio dei Praying Mantis tra le lande del melodic metal. Da storica e sempre sottovalutata band della NWOBH di qualche decade fa, ai giorni nostri in cui i fratelli Troy hanno trovato una dimensione artistica più raffinata ed orecchiabile da quando sono entrati a far parte della scuderia Frontiers. Proprio per l'etichetta napoletana esce anche "Sanctuary", nuovo lavoro che non si discosta per niente dai precedenti anche in termini qualitativi. Il che significa che il disco vale e si lascia apprezzare sotto ogni punto di vista. Da quello finemente melodico, a quello compositivo dove i nostri sfoderano un gusto eccellente per gli arrangiamenti. Brani dinamici, ariosi, ora spinti su velocità tipiche dell'heavy classico continentale, ora su mid tempo che hanno fatto la fortuna di miriadi di band della scena rock melodica. L'egregio lavoro delle chitarre, poi, emerge sul resto grazie ad un riffing incisivo e ad una eccellente fase solista in cui il duo Troy-Burgess sfoderano assoli semplici, ma dalla intensità carica emotiva. Vera sorpresa, però, è Mike Freeland, ennesimo nuovo singer della band il quale pur non sfoggiando un'ugola particolarmente possente, si mostra subito come valore aggiunto in quanto capace di interpretare linee vocali accattivanti con la massima naturalezza. I brani migliori? Di sicuro la magistrale opener "In Time" e la delicata ballad “Lonely Way Home”, ma il livello è abbastanza alto anche per le rimanenti tracce. Fattore che rende "Sanctuary" un disco di sicuro fascino ed appetibile da tutta quella fascia di ascoltatori che apprezza l'AOR e le sonorità heavy classiche indistintamente. La produzione è di quelle cristalline, l'artwork non del tutto convincente.
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