OVERKILL: RELIXIV
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04/05/2005Incuranti del tempo che scorre e delle mode che passano, gli Overkill, con una regolarità impressionante, timbrano ancora una volta il cartellino, sfornando il quattordicesimo album in vent’anni di carriera: numeri a dir poco eccezionali. Ed eccoci allora a recensire il nuovo lavoro del quintetto newyorkese, “ReliXIV”, ennesima testimonianza della coerenza di una band che porta avanti con caparbietà il proprio credo thrash metal: un credo che prende vita dalla creatività del bassista DD Verni e si manifesta in tutto il suo vigore nello sacreaming scorticante di Bobby “Blitz”, l’altro membro fondatore, nonché frontman dalla grinta smisurata. “Bats In The Belfry”, col suo refrain stoppato, sembra fatta apposta per shakerare le teste dei fan in sede live; così “Keeper”, che mostra soluzioni chitarristiche di grande effetto incastrate in una struttrura ritmica dalla marcata essenza thrash. Certamente meno impulsivi e sfrontati di quanto fossero un quindicina di anni fa, più maturi se vogliamo, gli Overkill riescono ancora ad emozionare, con quel loro approccio diretto e ruvido che non lascia il minimo dubbio sull’onestà e la perseveranza dei musicisti coinvolti nel progetto. Eppure rispetto ai primi album il songwriting ha subito un’ovvia evoluzione, che ha portato a brani più sperimentali, magari con soluzioni anche più ricercate (un esempio le linee melodiche di “Loaded Rack” o di “Play The Ace”), che però non hanno mai tolto l’immediatezza che fin dal debut “Feel The Fire” ha sempre caratterizzato la produzione dell’act statunitense. I fan del Batskull sanno cosa ci si può aspettare da un gruppo come gli Overkill, ma anche per loro c’è una piccola divertente sorpresa: l’ultima traccia “Old School” è quanto di più goliardico e scanzonato sia mai stato prodotto dalle menti di DD e Blitz. Un brano più vicino all’happy punk e al country che al thrash, dove viene sottolineata ancora una volta la filosofia di vita di una band che merita stima eterna ed incondizionata.
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