ORIGIN: OMNIPRESENT
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15/06/2014Seriamente, ma cosa è successo? Ma davvero si tratta della stessa band di 'Anthithesis'? Primo disco con Jason Keyser (ex Skinless) alla voce, che un po' fa sentire la mancanza di un vocalist di peso come James Lee (ok, basta battute), ma il resto della band c'è. O dovrebbe esserci. Le premesse di 'All Things Dead' lasciano pensare che questo sarà il classico disco degli Origin, forse un po' meno incisivo del solito, ma la brevissima e brutale "Thrall:Fulcrum:Apex" lascia alquanto spiazzati, un brano del genere davvero ti aspetti di trovarlo in un album degli Skinless . Poi si devia decisamente verso la vecchia scuola con le dissonanze a là Immolation di "Permanence" e "The Indiscriminate", il feel à la Cannibal Corpse di "The Absurdity Of What I Am" e il tiro proprio old school di "Redistribution Of Filth", brano che sembra un pezzo dei Master suonato dai Suffocation. Tutto molto apprezzabile se amate la vecchia scuola, un po' meno se amate l'originalità. Quello che proprio non riusciamo a spiegarci sono questi intermezzi pseudo-virtuosistici, specialmente quell'obbrobrio di "Obsolence" e lo sporchissimo arpeggio sweep di "Continuum", certe cose lasciatele a Timo Tolkki, dai. Un passo indietro rispetto ai lavori precedenti, ci auguriamo solo che aggiustino il tiro nei prossimi lavori, perchè sarebbe un peccato perderci pure una band di lusso come gli Origin.
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