DGM: Passing Stages - Live in Milan and Atlanta
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19/06/2017I pomodori pachino, il Colosseo, Roberto Baggio, la Ferrari, sono tutti prodotti di eccellenza della penisola italiana, amati e riconosciuti in tutto il mondo. A tutte queste meraviglie, possiamo andare ad aggiungere con gioia i DGM che, con questo doppio album live coronano una carriera costellata di lavori di altissimo livello. Il primo disco é stato registrato interamente al Frontiers Metal Festival 2016 e si compone per la maggior parte di brani estratti da "The Passage" che, non a caso, é stato una delle migliori uscite dello scorso anno. L'apertura viene affidata alla splendida suite "The Secret", divisa in due parti ed é palese come la dimensione live sia perfetta per questa band. Basso e batteria, due parti di un solo cuore, tastiere e chitarre che volano assieme in perfetta armonia e Marco Basile, vero stageman e grande interprete, a fungere da ciliegina sulla torta. Quindici minuti che volano letteralmente via. Seguono a ruota "The Passage", "Reason" e la magnifica "Daydreamer", brano in cui Basile mette letteralmente il 110%, con risultati eccezionali. Momento brivido con "Disguise" (due minuti di emozione pura), eD adrenalina a mille con "Fallen", l'intero album scorre via con una leggerezza inaspettata e credo che potrá andare a conquistare anche chi, solitamente, trova il progressive metal un po' indigesto. Ci si ritrova a "Hereafter", brano di chiusura della prima parte del lavoro, in un battito di ciglia. E si ha giá voglia di riascoltarlo tutto dall'inizio. Il secondo disco, registrato al ProgPower Fest 2014 ad Atlanta, verte su brani del passato piú recente della band. Se vi state chiedendo se la qualitá sia inferiore, la risposta ovviamente é no. Sia la scaletta (che presenta brani tratti da Momentum e da FrAme), SIA naturalmente l'esecuzione, hanno dato vita ad un concerto spettacolare, tributato dalle doverose ovazioni anche negli Stati Uniti. "Void", "Reason" (presente anche in questo contesto) e "No Looking Back" ad aprire le danze. "Universe" ci travolge, Fabio Costantino é un motore di Formula 1 perfettamente a regime, il basso di Andrea Arcangeli é un uragano. Un po' piú ruvide, rispetto al concerto a Trezzo, le chitarre e un pochino penalizzato Casali nella registrazione, ma tutta la seconda parte dell'album é ancora piú "live", facendoci apprezzare ancora di piú, se possibile, non solo l'aspetto prettamente tecnico dei musicisti ma anche, e soprattutto, il loro affiatamento e la passione che mettono nel suonare. Chiusura tonante con "Brand New Blood", che scuote anime e membra tra duetti Casali - Mularoni e doppio pedale della batteria letteralmente in fiamme. L'album si conclude cosí come si apre: con il pubblico che acclama i DGM. A questo punto, sarebbe ora che i vari consorzi si decidessero a dare loro il marchio DOP, perché anche queste sono eccellenze che andrebbero protette e promosse in tutto il mondo. Chapeau.
Frago
21/06/2017, 16:31
Che divertenti i DGM dal vivo!