NOCTURNAL RITES: Phoenix
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17/10/2017Quando eravamo pressochè rassegnati all'addio di una delle più significative espressioni del power metal dell'area nord europea, visto che la loro attività si era ridotta a sporadiche esibizioni live, ecco che dieci anni dopo l'uscita di 'The 8th Sin' i Nocturnal Rites si ripresentano con un lavoro il cui titolo è più che mai emblematico. Non si segnalano scostamenti con le loro ultime realizzazioni, sembra quasi che sia trascorso per loro un lungo periodo di ibernazione poichè in 'Phoenix' possiamo rinvenire gli elementi che hanno determinato il nuovo corso sonoro dei Nocturnal Rites iniziato con 'Afterlife' nel 2000, il primo lavoro con Jonny Lindqvist a prendere posssesso del ruolo di frontman. Ed è proprio Jonny colui che riesce più di tutti a mettersi in mostra esprimendo le proprie qualità al meglio, ma anche la coppia di chitarristi Mannberg e la new entry Nilsson non scherzano affatto dandoci in pasto riff potenti dal taglio robusto, talora moderno, ma con un certo retrogusto hard rock quanto mai gradito che riesce a controbilanciare il tono aggressivo. E questo lo possiamo riscontrare già nell’opener “A Heart As Black As Coal”. Uno dei pregi di questa opera è la varietà delle composizioni che comunque non la rendono mai dispersiva: si passa dal mid-tempo di facile assimilazione "Before We Waste Away" dove le keys aggiungono corposità al sound, alla fulminea “The Poisonous Seed” (non certo il top), per arrivare all'orchestrale “The Ghost Inside Me“, davvero ricca di pathos, e "Nothing Can Break Me" in cui vengono riportate alla luce quelle caratteristiche di epicità che pervadevano le canzoni dei Nocturnal Rites nei primi anni di carriera. Ogni tanto salta fuori qualche magagna nel songwriting, probabilmente frutto della ruggine accumulatasi nei dieci anni di letargo discografico (ma non si ravvisano momenti di particolare criticità e la classe è sempre quella), che verrà a scomparire se il combo scandinavo riuscirà di nuovo a produrre lavori con una cadenza più regolare.
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