NEW LIGHT CHOIR: Torchlight
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15/11/2018Il fatto che una band si definisca “fuori dai generi”, non necessariamente significa che stia tirando acqua al proprio mulino. Essere un ibrido significa essere un gruppo davvero di grande gusto e padronanza musicale, che sappia spaziare e che sia in grado di creare un album eterogeneo, pieno di spunti differenti tra essi, che un momento ti rimandano ad un genere ed il momento subito dopo ad un altro ancora. E raggiungere questo obiettivo sembra essere la modi di molti attualmente. Ma con 'Torchilight', ultima uscita dei New Light Choir, ci troviamo davanti ad un album tutt’altro che eterogeneo. Gli arrangiamenti sono davvero molto simili tra una canzone e l’altra al punto che si fa quasi fatica a distinguerle. La batteria tira quasi sempre dritto con un charleston anche fin troppo presente (mi sembra un po’ di esser tornata negli anni ’80), pochi cambi tempo davvero significativi, qualcosa viene abbozzato in "Last March" che forse è la canzone più doom di tutto l’album, ma in modo ancora un po’ sfocato ed i ritornelli non risultano così incisivi da restare impressi, ma vabbè, poco male se il resto della canzone avesse una determinata originalità. Ma quell’originalità che la band cerca è presente solo nella prima canzone, dopodiché l’ascoltatore si troverà davanti ad una serie di auto plagi, con qualche eccezione per quel che riguarda brani come "Golden Ring" o "Moondown Mirage II" dove viene tentato un lavoro differente per l’armonia, il ritornello appare più melodico e la linea vocale cambia lievemente rendendoli più riconoscibili rispetto ad altri brani. Non è una band di virtuosi, non ascolterete grandi assoli su nessuno strumento, ma niente di tutto ciò è un difetto. Sicuramente la voce è un dettaglio che incide sull’originalità di questo disco. Le linee vocali sono sempre sulla stessa ottava ed anche sulle stesse note. Penso che il lavoro maggiore lo abbiano fatto sulla resa dei suoni che effettivamente appaiono sempre molto grossi e di grande impatto, soprattutto le chitarre. Una nota di merito la lascio comunque all’assolo finale di "Stardust and Torchlight", melodico quanto basta per addolcire finalmente la durezza precedente dura serie di accordi.
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