VADER: THE BEAST
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13/06/2008E' tempo di cambiamenti per i polacchi. Bisogna riprendersi dalla figuraccia di 'Revelations' e dare il foglio di via al grandissimo Doc (che non avrebbe partecipato a questa release a causa di un infortunio, per poi essere allontanato definitivamente dalla band l'anno successivo, sembra perchè non riuscisse a reggere i ritmi frenetici dei Vader. Poi la morte, poco dopo, probabilmente legata alla sua dipendenza da droghe e alcol) al quale è subentrato Daray. I cambiamenti sono percepibili anche nel sound della band, notevolmente rallentato e più thrash-oriented in confronto ai lavori precedenti. Dopo la slayerana introduzione, gli affilatissimi riff di "Out Of The Deep" ci rivelano subito l'entità del cambiamento nel sound dei polacchi, più vicino ai Kreator piuttosto che ai Morbid Angel. Come dicevamo, i blast beat si sono rarefatti,lasciando spazio a meno aggressive cavalcate di gusto thrash. Subito dopo troviamo la quasi heavy Dark Trasmission, con i suoi coretti e il riffing tosto e ordinato che ben si adatta al suo andare cadenzato e quasi epico. Poi via via gli altri pezzi, tra gli scarni riff thrash di "Firebringer" e I Shall Prevail, all'appassionata multi-tempo "The Sea Came In At Last", dove Peter ci dà un saggio di modulazione e cambio di tempo. Interessante l'inaspettato fraseggio acustico di "Choices", alla quale è affidata la chiusura del disco, che accarezza l'ascoltatore con la sua oscura dolcezza prima di perquoterlo a suon di blast beat e growls. Quest'ultimo brano poteva tranquillamente essere incluso nella tracklist di 'Litany' o altri album precedenti. Allora, non è un vero e proprio ritorno alla grandezza raggiunta e mantenuta negli anni passati, ma è un album che si lascia tranquillamente ascoltare. Una novità nel sound dei polacchi, questo è sicuro. Dategli una possibilità, ma non sentitevi obbligati, mettiamola così.
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