AVATARIUM: Between You, God, The Devil and The Dead
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01/02/2025Li avevamo lasciati proprio su queste pagine nel 2022, oramai abituati ai lunghi tempi di gestazione del quartetto scandinavo, pertanto non ci stupisce che questo 'Between You, God, The Devil and The Dead' sia dato alle stampe dopo ben tre anni dal precedente e pregevole 'Death, Where Is Your Sting'. Oramai gli Avatarium, giunti al sesto album in studio, possono considerarsi a pieno titolo una realtà affermata del panorama doom europeo e quindi una loro nuova uscita discografica viene attesa con fervente curiosità e con non poche aspettative che in questo caso possiamo ritenere pienamente soddisfatte. La band procede sul percorso evolutivo che era già stato nettamente tracciato dal precedente album, sviluppando ancor di più quell'innata attitudine verso la melodia eterea, melliflua ed intimistica che si amalgama perfettamente al sound doom più classico e primigenio. Jennie-Ann Smith offre anche questa volta una grande prova di espressività vocale e incarna a tutti gli effetti l'anima più melodica del quartetto. La sua voce ha un ampio registro espressivo; nel singolo "Long Black Waves" si fa carezzevole, controbilanciando il riff mastodontico che richiama alla mente quello storico di Samaritan dei padrini Candlemass, mentre in "I See You Better In The Dark" diventa energica ed influenzata probabilmente dai grandi nomi del rock e sembra quasi di sentire una evoluzione moderna del sound alla Jefferson Airplane. Ma la band si misura in questa sede anche con nuove influenze che non erano così marcate nei lavori precedenti; ci si riferisce alle influenze più classicheggianti che vedono l'implementazione del pianoforte, come nell'elegiaca e malinconica "My Hair Is On Fire (But I'll Take Your Hand)" o nella conclusiva title track "Between You, God, The Devil And The Dead" che a parere di chi scrive risulta il brano più bello e più sorprendente dell'intero platter. In questa struggente e poetica traccia che sembra uscita da un immaginario musical gotico, le sonorità classiche risultano ancora più nette e predominanti. Ma la sperimentazione e il confronto con sound diversi, nonchè la voglia di osare nella scoperta di soluzioni più innovative non termina di certo qui; "Lovers Give A Kingdom To Each Other" si presenta come una ballata acustica oscura e suggestiva di immagini oniriche, mentre la strumentale "Notes From Underground" vede l'innesto di percussioni e melodie dal sapore esotico e orientaleggiante. Questi guizzi sperimentali però non risultano mai eccessivi o artefatti, dimostrazione del naturale processo compositivo di una band che disco dopo disco conquista una maturità e una crescita sempre maggiore.
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