MY SLEEPING KARMA: Moksha
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25/06/2015Nel novero delle mode degli ultimi anni credo si possa senza dubbio annoverare anche lo stoner/doom, che per tutta una serie di circostanze è passato dall'essere una nicchia cult ad un vero e proprio revival di sonorità vintage e sporche. Va anche detto che, a differenza di tanti altri trend, la qualità si è comunque sempre assestata su livelli ottimi, forse perchè un genere come questo lo si suona per amore e per passione, e certo non per il dio denaro, e di questo non si può certo accusare i tedeschi My Sleeping Karma che peraltro hanno cominciato a farsi vivi in tempi non sospetti visto che 'Moksha' è il loro quinto lavoro. La particolarità del quartetto è quello di presentare tutte composizioni strumentali, cosa che se da una parte rende pesante e un po' più faticoso l'ascolto dei loro album, dall'altra permette di gustarsi appieno le trame psichedeliche che i nostri sanno tessere. L'intero disco è una sorta di concept sulle divinità induiste (tematica a dir poco azzeccata), e ogni brano ha il suo percheè: tra chitarre acustiche alla "Planet Caravan", groove rocciosi e immancabili. Hammon Seppi e soci costruiscono una raccolta di brani davvero validi, che magari passerà un po' inosservata vista la concorrenza (è appena uscito il nuovo degli High On Fire...), ma che agli amanti del genere non potrà non piacere. Un angolo di psichedelia da ritagliarsi almeno una volta, giusto per provare, come una droga; ma attenti all'assuefazione.
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