MINISTRY: RIO GRANDE BLOOD
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09/05/2006“And now, a message from the President of the United States, George W. Bush”. Bum, ed è l’apocalisse, altro che guerra in Iraq. Torna Al Jourgensen, nemico musicale numero uno dell’attuale amministrazione politica americana che negli ultimi anni ha tirato fuori un paio d’album niente male, se si esclude la bislacca pseudo raccolta “Rantology” risalente a pochi mesi fa; “Animositisomina” e “Houses Of The Molé” ci restituivano i Ministry in gran forma, anche se dopo aver ascoltato con attenzione “Rio Grande Blood” posso senz’altro dire che si trattava solamente del riscaldamento pre partita. Totalmente incentrato sul conflitto medio orientale e sulla ‘guerra del petrolio’, il disco fa il botto fin dalla potentissima title-track posta in apertura, uno dei brani più violenti mai scritti dalla band, ai limiti del thrash metal e nel quale l’ugola di Jourgensen fa scintille fin da quando esordisce con ‘I’ve got something that I must confess…’. “Rio Grande Blood” punta molto sulla violenza sonora (io lo definirei terrorismo sonico…) della quale pezzi come “Señor Peligro” o “Lies Lies Lies” si fanno egrege portavoce. Non mancano i tipici deliri lisergici Ministryani come “Gangreen”, marcetta militare dei marines riveduta e corretta, o la conclusiva “Khyber Pass”. Brani maiuscoli nel cui songwriting fa capolino Tommy Victor dei Prong, mica l’ultimo sfigato del giro, e una collaborazione quanto mai azzeccata con Jello Biafra in “Ass Clown” sono solo valore aggiunto ad un highlight supremo di questo 2006. Da avere.
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