METALITE: Biomechanicals
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15/10/2019Chiamati ad una prova di spessore dopo l'incerto 'Heroes In Time' gli scandinavi Metalite cercano con 'Biomechanicals' di rialzare le proprie quotazioni. Il debut album non era proprio malvagio, conteneva spunti piuttosto interessanti che però venivano mortificati da una produzione debole, specie nel sound delle chitarre decisamente esile e dalla vocalist Emma Bensing non all'altezza. Adesso qualcosa è cambiato, le sonorità si sono fatte più solide perchè le chitarre si sono rafforzate e la bionda singer è stata rimpiazzata da Erica Ohlsson, anche lei di bella presenza, ma dotata di una voce più performante rispetto ad Emma. Risaltano in particolare le tastiere che si fanno più massicce e invadenti, di fatto il melodic metal di partenza si arricchisce ancor più di influenze che vanno dal synth pop a qualcosa di assimilabile alla disco anni '90 (non troppo fastidiose come a volte è accaduto nelle produzioni di altre metal band), ma il songwriting funziona ancora un po' a corrente alternata, risultando più convincente nei brani più d'impatto metal e meno zavorrati dalle tastiere (anche se l'impostazione poppeggiante della singer non collima appieno con la struttura musicale), meno dove prende più corpo la componente elettronica; non convince nemmeno la ballad "Breakaway" troppo legata a canoni pop rock tipicamente svedesi. 'Biomechanicals' è in sintesi un prodotto complessivamente accettabile che consente ai Metalite di portarsi a casa la pagnotta ma si percepisce un po' di amarezza dell'occasione fallita perchè da musicisti dalla buona tecnica ci saremmo aspettati qualcosa di più appagante di un lotto di canzoni che nonostante una cura ed una esecuzione professionale danno la sensazione di prevedibilità.
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