METAL CHURCH: From The Vault
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17/04/2020Scaricati dalla Nuclear Blast dopo un solo (brutto) album (‘Damned If You Do’) non fa di certo onore allo storico gruppo americano. E non sarà di certo ‘From The Vault’ a risollevarne le sorti, una sorta di raccolta che comprende tre inediti, il rifacimento (ottimo!) di "Conductor" da ‘Hanging In The Balance’ (ultimo lavoro degno di nota marcato MC), oltre al recupero di cinque brani dalle session di ‘Damned If You Do’ di cui ne facevamo anche a meno: si salva sola l’acustica strumentale "432hz". Per rendere appetibile l’operazione fanno bella mostra le rivisitazioni di "Please Don’t Judas Me" (Nazareth), riletta bene ed interpretata con il giusto piglio da Mike Howe, "Green Eyed Lady" (Sugarloaf) spogliata del suo spirito hippy libertino e psichedelico non è che abbia molto senso, per chiudere con lo spazio cover con quella "Black Betty" (Ram Jam) che conoscono anche i sassi: ovviamente, appesantita nei suoni con Howland che si prende la scena con il suo drum work. Concludono le nuove versioni di "Fake Healer" dal monumentale ‘Blessing In Disguise’, inavvicinabile rispetto alla versione nota, svilita dal suo passo intimidatorio sotto il profilo dei suoni, ma si apprezzano le prove canore di Howe e dell’ospite Todd La Torre dei Queensryche. Anche "Badlands", estratta dal medesimo masterpiece del 1989, è riproposta senza nerbo, ma con un arrangiamento differente. Facciamo un passo indietro per analizzare i tre inediti "Dead On The Vine", "For No Reason" ed "Above The Madness": senza gridare al miracolo, sono evidentemente quanto di meglio riescono a produrre oggi Vanderhoof e compagnia. Finalmente dopo svariati album hanno recuperato quel suono e quella potenza imprescindibili per una band come i Metal Church, che ha fatto della solidità (oltre ad avere partorito dischi pazzeschi!) il suo marchio di fabbrica, nonché aver spianato la strada di tutto lo US power americano: forza ragazzi!
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