MENCHEN: RED ROCK
data
03/05/2009Ormai vero e proprio mattatore della scena white metal, Bill Menchen è come il prezzemolo, perchè, attivamente o passivamente, c'è la sua impronta su quasi tutte le produzioni cristiane a stelleestrisce uscite negli ultimi mesi. E con lui, anche per questo suo nuovo progetto da solista, c'è un altro recente onnipresente in ambito white, ovvero il mitico Robert Sweet, che da tempo ormai ha sostituito con Bill il compagno di avventure passate Michael Sweet. Ad accompagnare i due ecco ripresentarsi il buon Ken Redding, recentemente venuto alla ribalta con il progetto His Witness, ed il validissimo bassista Tony Franklin, già con Whitesnake e Quiet Riot. Il disco in questione è, a conti fatti, un buon mix di tutte quelle che sono le linee principali del white metal americano (ad eccezione del power metal, recentemente tornato prepotentemente a galla con i magnifici Theocracy di 'Mirror Of Souls', power metal a quanto pare non proprio nelle corde del buon Menchen), ovvero l'epic classico di scuola Omen e Manilla Road, il thrash leggero e progheggiante alla Tourniquet (altro gruppo riconducibile alla corrente white), l'heavy classico e l'hard rock blueseggiante US style, con una prevalenza ovviamente per il primo genere citato, da sempre cavallo di battaglia per le bands capitanate da Bill. Dieci pezzi, ben scritti, basati su un songwriting compatto ed efficace, che predilige il passaggio di finezza (ma mai la sterile masturbazione dello strumento) alla sfuriata di potenza, e ben suonati dai quattro ottimi musicisti in questione; un discorso a parte lo merita la produzione, un poco raw ed oldschool, che premia forse troppo la batteria di Sweet, e che sbilancia un poco il tutto, ma questo è solo dettaglio. A conti fatti un altro bel prodotto white per gli amanti del genere.
Commenti