HIS WITNESS: KINGDOM COME
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12/11/2008Questo non è un nuovo album, anzi. ‘Kingdom Come’ è un album di venti anni fa, che solamente oggi può vedere la luce e gli scaffali dei negozi. La storia è questa: Ken Redding, cantante degli His Witness ha ritrovato la cassetta contenente questo Kingdom Come facendo pulizia nel suo garage; il nastro risaliva al 1988, quando con la sua band si esibiva dal vivo e vendeva le cassette ai fans dopo i concerti. Bill Menchen, onnipresente in casa Retroactive ha preso questo nastro, lo ha rimasterizzato, ha aggiunto alcune parti di chitarra per rendere il tutto più attuale e poi lo ha mandato a stampare per la distribuzione. Il risultato? Un disco che è un gran miscuglio di tutto ciò che è hard n’ heavy anni ottanta, dotato di una forte vena bluesy e fortemente influenzato da svariate e diversissime bands quali Judas Priest, Dio, primi Fates Warning, Stryper, Helstar, Whitecross, Angel e moltissime altre. Ottimo è il cantato di Ken Redding, potente ed ispirato, sulla scia di Ronnie James Dio, e notevole (coadiuvato oggi dal bravissimo Menchen) è il chitarrismo dell’ascia Ronee Pena, mentre, purtroppo, nulla sono riuscito a scoprire sul resto della band, il che è un vero peccato, perché il disco è davvero ben suonato. Dieci pezzi davvero buoni, talmente ben scritti da risultare godibili anche oggi, a venti anni di distanza; ops, dimenticavo di citare il lavoro di ristrutturazione, davvero eccezionale, tanto che non si sente affatto che questo album è stato registrato in maniera non eccezionale nel 1988, ed a conti fatti, suona molto meglio di tante uscite minori attuali. Ottimo lavoro Bill!
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