MASTERPLAN: Time To Be King
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18/05/2010Secondo la AFM il ritorno del figliol prodigo Jorn Lande alle redini dei power metallers Masterplan è il segno che, parafrasando il titolo, è tempo di diventare Re. Ma basta davvero il ritorno dell’ugola a ventiquattro carati del biondo singer per risollevare le quotazioni del combo dopo il non esaltante (se raffrontato ai precedenti) 'MKII'? Chi si farà prendere dall’entusiasmo per questo come back, tanto sperato dai fans del gruppo, dovrà scontrarsi con l’evidenza dei fatti: i Masterplan, quelli veri, quelli dell’omonimo e di 'Aeronautics', non sono tornati. 'Time To Be King' è un disco molto più ordinario del precedente che contiene al suo interno pochi di quei guizzi che ci avevano fatto saltare dalla sedia nel passato, le cui canzoni sono ritmate da un Terrana che pare più un impiegato distratto che un funambolo delle pelli e dei piatti. Certo ci sono le due prime tracce che offrono un ottimo starting point per un possibile nuovo ascoltatore e, dalla loro Grapow e Lande possono vantarsi di aver scritto una delle più belle ed epiche composizioni del genere("Lonely Winds Of War"), col suo intro degno dei migliori passaggi medioevaleggianti dei Blind Guardian, e il suo incedere magniloquente (per tacere del feeling distribuito a piene mani da un Lande sempre straordinario), ma il resto è ordinaria amministrazione. Ordinario, o peggio inutile, lo è anche "Far From The End Of The World", singolo che non presenta nemmeno un inedito, ma unicamente due tracce dell’album (ed una radio edit), con un differente missaggio ad opera dello stesso Grapow. Insomma, manca Uli Kusch, co-fondatore dei Masterplan, valente batterista ed ottimo songwriter che a questo punto pare essere il vero autore di successi come "Enlighten Me" che hanno portato una ventata di freschezza al genere. Se non mi credete ascoltate 'New Protection', l’album d’esordio dei suoi Ride The Sky, che rivaleggia tranquillamente con gli esordi dei Masterplan tanto da poter essere considerato quello che 'MKII' non è stato del tutto: il terzo lavoro di una grande band. Kusch, da vecchio volpone, utilizzò Bkorn Jansson dei Tears Of Anger (vero e proprio clone al microfono di Lande), per intonare le canzoni del suo gruppo accentuando allora i punti in comune con i suoi lavori con i Masterplan. Dopo due albums sotto tono urge al più presto una vera reunion.
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