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MARK KELLY'S MARATHON: Mark Kelly's Marathon

data

26/12/2020
72


Genere: Progressive Rock
Etichetta: earMusic
Distro: Sony
Anno: 2020

Mark Kelly, ben noto come tastierista dei Marillion, ha messo in piedi un nuovo progetto chiamato Mark Kelly's Marathon. Possiamo in effetti parlare di una band vera e propria, perchè sebbene le musiche siano composte principalmente dallo stesso Kelly, questi si è avvalso della collaborazione di Guy Vickers per i testi, mentre a livello strumentale la line-up che lo accompagna presenta Oliver Smith alla voce, i chitarristi Pete Wood e John Cordy, il nipote Conal al basso e il talentuoso batterista Henry Rogers (Touchstone, DeeExpus); inoltre, il suo compagno nei Marillion, Steve Rothery, suona un assolo nel brano "Puppets". La tracklist tradisce chiaramente l'impostazione e le radici prog di Kelly, ma non si tratta necessariamente sempre di tracce progressive. Il primo brano, "Amelia", dedicato all'aviatrice Amelia Earheart, è suddiviso in tre parti, che vanno a culminare in un crescendo nella terza, intitolata "13 Bones". Seguono alcune tracce alquanto orecchiabili, che arriveremmo a definire persino pop-rock a tratti (in particolare nel caso di "This Time"): "Puppets", peraltro, presenta pure analoghe caratteristiche, ma è comunque ampliata da una sezione di assoli, alla quale prende parte, come già accennato, anche Steve Rothery, ma anche in "When I Fell" c'è un lungo assolo di hammond. Si torna su territori decisamente più affini al progressive, invece, con la conclusiva "Twenty Fifty One", ovvero "2051", una suite d'ispirazione fantascientifica, che già solo dal titolo potrebbe far pensare alla "2112" dei Rush. Il brano dei Mark Kelly's Marathon è in realtà ben lontano dal capolavoro della band canadese, però si tratta di un pezzo cangiante e ricco di sfumature, con momenti particolarmente suggestivi accanto ad altri più irruenti, nel quale si mette in evidenza il cantante Oliver Smith, dotato di una voce calda e con un timbro che a tratti ricorda quello di Peter Gabriel. Sinceramente ci saremmo aspettati da Mark Kelly per questa sua versione solista un disco magari non per forza epocale, ma sicuramente importante. Quest'album invece non è in realtà di certo imprescindibile, però offre diversi momenti davvero gradevoli ed è molto ben curato sia negli arrangiamenti che nelle performance dei musicisti. Probabilmente erano troppo alte le nostre aspettative, dato che parliamo di un musicista cardine di un gruppo storico come i Marillion, ma al di là di questo, bisogna comunque riconoscere che il disco rappresenta certamente un buon debutto per questo nuovo progetto.

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