ELECTRIC WIZARD: DOPETHRONE
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09/11/2005Gli Electric Wizard sono uno di quei gruppi che ha contribuito a reinventare un certo tipo di sonorità nel corso degli anni ’90 e a porsi come punto di riferimento per il movimento successivamente creatosi. Partendo dalla lezione impartita dai Cathedral di “Forest of Equilibrium” e rendendo il tutto più rock e psichedelico, il trio inglese confeziona quello che è indubbiamente lo zenit della sua carriera. “Dopethrone” consta di 9 pezzi, che possiamo considerare un blocco unico: il lavoro stilisticamente è omogeneo, non vi sono sostanziali variazioni durante l’ora e passa di durata del disco. In esso troviamo riffs che si rifanno palesemente al sound plumbeo dei Black Sabbath, il tutto però riletto in chiave più acida, distorta e malata. Chitarre e basso si fondono perfettamente creando un muro di suono monolitico ed impenetrabile, la batteria è scarna ed essenziale, la voce di Jus Oborn incastonata perfettamente come strumento tra gli strumenti. Il susseguirsi dei brani è una danza nera e rituale, che si trascina lenta e ossessiva attraverso un immaginario di droghe, visioni e allucinazioni varie. Il tutto senza che il combo britannico lasci cadere l’interesse o il ritmo venga smorzato rendendo il lavoro esageratamente pesante e fine a se stesso. Un capolavoro del Doom più visionario, un punto di riferimento per questo genere come pochi altri hanno saputo fare. Per chi non è abituato a certe sonorità, arrivare in fondo sarà dura; gli altri si accorgeranno subito dell’importanza e della grandezza di questo disco.
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