MANITOU: NO SIGNS OF WISDOM
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19/09/2007Pregio e difetto allo stesso tempo di questo terzo disco dei Manitou, band finlandese, e che non contiene canzoni scadenti, nè altri eccellenti. Non troverete quei tipici 4-5 brani sopra la media che lo renderebbero comunque appetibile, né quei 4-5 brani al di sotto che lo farebbero scartare a priori. "No Signs Of Wisdom" svolge il suo onesto compitino sotto ogni aspetto quasi come se la band non volesse sbagliare. E' un peccato perchè i nostri hanno potenzialità che andrebbero espresse a pieno. Stesso discorso per la proposta: heavy metal classico, ma non tanto classico. Iron Maiden, ma non troppo. Il che potrebbe sembrare una virtù visto che non riperecorrono pedissequamente i fasti di Harris e soci, ma alla luce di quanto è possibile ascoltare il disco non coinvolge proprio per questo suo restare a metà senza intraprendere una strada con decisione. Forse il solo Markku Pihlaja, e qui siamo sul piano delle prestazioni individuali, riesce nell'intento di non ricordare troppo Dickinson ed a guadagnarsi la pagnotta con una prova assai convincente. Per il resto, "No Signs Of Wisdom" sfonda porte senza buttarle giù. Qualche buona scelta melodica come in "In This Indolence" e "Hardbinger" che grazie anche ad una produzione moderna riescono a stare a galla senza patire, ma si potrebbe, si deve fare di più. Il disco si chiude con "August Sky", undici minuti in cui si alternano fraseggi progressive ai sempre presenti Maiden, ma anche in questa occasione domina l'indecisione che rende un potenziale ottimo brano solo sufficiente. I Manitou devono dare fondo a tutto il loro talento per sperare che qualcuno si accorga di loro, anche perchè dopo tre dischi è come se non fossero(quasi) mai esistiti.
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