LITURGY: 93696
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25/03/2023Mettendo a disposizione dell’esprit creativo le proprie radici musicali affondate nel black metal, con elementi presi in diversa misura dalla musica elettronica, trap e religiosa, si può essere più che sicuri di andare a mettere in crisi gli ascoltatori. Il risultato sarà quindi la non contentezza dei puristi, adirati dalla qualità troppo alta di tale prodotto e dalle efferate e “snaturanti” contaminazioni musicali. Eppure sono proprio queste che danno nuova vita ad un sound che altrimenti risulterebbe privo al giorno d’oggi di novità stilistiche, rimanendo nell’anonima ripetitività propria ormai da troppo tempo del black metal nudo e crudo (per non dire "trve"). Si prendono ad esempio tracce come "Daily Bread" che funge da aperture alla successiva "Djenneration" in una maniera a dir poco singolare: presentandosi con vocalizzi ambigui e a più riprese sovraincisi e “pitchati”. Nella seconda traccia, invece, si ritorna a sound più metallici con l’introduzione di una strumentale vera e propria. È proprio in questa e nelle successive canzoni più aggressive che si notano la chimica e la bravura dei vari componenti della band; primo fra tutti il batterista Leo Didkovsky che, mettendo in pratica le sue abilità ritmiche in diverse tracce, riesce a fare da collante fra le partizioni degli altri componenti e le scelte stilistiche vocali di Ravenna. Il massimo esempio si può ritrovare in "Haelegen II" e nella sua esplosiva chiusura che riprende le varie influenze musicali e le mescola a suon di blast beat e stranezze ritmiche e vocali.
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