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LIONE - CONTI: Lione Conti

data

26/01/2018
83


Genere: Heavy Metal, Power Metal
Etichetta: Frontiers Records
Distro:
Anno: 2018

Fabio Lione e Alessandro Conti, due vocalist dalle indubbie qualità, due personaggi che hanno contribuito ad issare la nostra bandiera sulle vette più alte del metal internazionale che oggi hanno deciso di mettere insieme tutto il loro pedigree artistico. La Frontiers non è nuova ad operazioni di questa fattispecie essendo già promotrice del progetto Allen/Lande con la relativa messa sul mercato di tutti e quattro gli episodi discografici e visti gli ottimi responsi ha opportunamente voluto replicare con i nostri due pupilli. Ad essi è stato affiancato Simone Mularoni che si occupa di chitarre e basso oltre alla stesura compositiva e di tutto ciò che concerne produzione e missaggio; la line up si completa con l'ingaggio di Filippo Martignano e Marco Lanciotti alle keys e alla batteria. La parte iniziale del cd è contraddistinta da prepotenti riff di evidente stampo heavy/power con Conti che si esprime ai massimi livelli dove si decide di alzare il ritmo mentre Lione mette in mostra tutte la sua abilità nelle parti più progressive e riflessive, in maniera naturale e senza dar luogo a protagonismi, le tastiere inoltre contribuiscono a creare atmosfera e magnificare arrangiamenti già di per se all'insegna della classe, classe che straborda nelle parti orchestrali dell'ammaliante "You're Falling" dove Lione ci regala una performance da applausi nel refrain, così come nella ballad "Somebody Else" dai toni mai melensi dove anzi  emerge tutto il gusto melodico di Mularoni nei due pregevolissimi solo. Atmosfere eleganti in "Misbeliever" prodotte dalle squisitissime tastiere che lasciano poi il passo ad un riff tritaossa per poi ricreare assieme alla chitarra di Mularoni un break strumentale di primissimo livello che farebbe arrossire d'invidia act quali Royal Hunt, tanto per citare un nome. La parte finale ci consegna una band alle prese con brani nuovamente all'insegna della potenza strutturale, unita ad una capacità di espressione sicuramente oltre la media (ascoltatevi la tellurica "Glory" e ditemi se un brano del genere non spaccherebbe il culo a buona parte di ciò che ha prodotto Malmsteen), poco importa se la produzione potrebbe apparire un tantino glitterata perchè tutte le componenti fondamentali per la riuscita dell'opera qui emergono senza alcun indugio: equilibrio compositivo, gusto e perizia tecnica sia per il duo alla voce, sia per i musicisti coinvolti, il tutto con la supervisione dello stesso Mularoni sempre più elemento imprescindibile per lo sviluppo della scena metal nostrana.

 

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