LANFEAR: ANOTHER GOLDEN RAGE
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21/02/2005Molti sostengono che il Power Metal abbia già detto tutto ciò che aveva da dire, espresso tutte le proprie potenzialità; altri si aspettano la rifioritura, un nuovo scossone ad un filone che, effettivamente, tende spesso ad adagiarsi su stili ormai collaudati, percorrendo strade già battute e quindi "sicure". Il secondo caso si addice ai Lanfear, che con il nuovo "aNother gOlden rAge" propongono un lavoro per certi versi scontato e prevedibile, seppur di discreta qualità. Già dall'opening, la title-track dell'album, ci troviamo infatti in un atmosfera di già sentito, con un classico pezzo alla GammaRay "seconda era" (da "Land Of The Free" in poi, per intenderci): potente, di grande impatto, un buon riff, voce tagliente in semi-falsetto... Un "classico" del genere, in pratica. E sappiamo come non sia facile sentire una canzone che si rifà così fedelmente ad uno stilema strausato senza averne un'impressione negativa: bel brano, intendiamoci, ma le brutte impressioni rimangono. "The Unrestrained", dal canto suo, inserisce qualche componente Prog sulla falsariga di gruppi alla Labyrinth su una ritmica incalzante vocal lines in controtempo. Fin qui, l'impatto è comunque abbastanza positivo. Ma da qui le cose si complicano: "Dispraise", un tentativo maldestro di pezzo d'atmosfera simil melanconica, tende a risultare noiosa; "Transmigration", per riprendere il paragone con i Labyrinth, è un pallido riflesso dei brani di "Sons Of Thunder", e via discorrendo in una serie di brani privi di elementi di spicco. Certo, a volte fanno capolino gradevolissimi passaggi di tastiere a spezzare un po' la montonia, ma in generale non ci sono improvvisi ritorni di entusiasmo, nessun brano che faccia saltare sulla sedia, o che almeno richiami improvvisamente dallo stato di torpore che un album scontato rischia sempre di suscitare.
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