KOBRA AND THE LOTUS: Prevail I
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23/06/2017I Kobra And The Lotus non debbono la loro fortuna e il loro crescente successo solamente alla presenza della bella e brava Kobra Paige, ma grazie ad un percorso di crescita musicale e compositiva che è iniziato proponendo, nei primi album, un heavy metal fortemente classico, scavando nei solchi della vecchia scuola soprattutto britannica, ed evolvendosi già in parte nel precedente ‘High Priestess’, ed in maniera più decisa in questo nuovo ‘Prevail I’ verso un metal più moderno e più raffinato dal punto di vista del lavoro di produzione, dove il sound risulta leggermente più pulito, mantenendo inalterate brillantezza e sostanza. Per confermare una volta di più che i Kobra And The Lotus non sono solo forma, ma anche sostanza. Una sostanza musicale che ha convinto la Napalm Records ha scommettere sul combo canadese, al punto da accordarsi per produrre un lavoro che consterà di due album distinti. ‘Prevail I’ è il primo di due capitoli che avrà la sua conclusione nel prossimo futuro, e che affronta tematiche che sembrano legarsi a momenti di sofferenza, e in certi aspetti anche a negatività e pessimismo, per poi riemergere nel raggiungimento di spiragli di luce, fino alla volontà di combattere allo scopo di far prevalere il bene e gli aspetti positivi della vita su tutto il resto. ‘Prevail I’ si apre con “Gotham”, contraddistinto da un bel metal veloce e ritmato, con grandi ritmiche di batteria. Per poi continuare il viaggio in cui non si avvertono passaggi estremamente continui, al limite del monotematico, ma c’è invece un’alternanza tra ritmiche sostenute ed aggressive e, brani dalle cadenze leggermente più dilatate, dove fa capolino volentieri l’aspetto atmosferico all’interno di melodie avvolgenti, frutto di un notevole lavoro di produzione (ad opera di Jacob Hansen, che ha messo mano su gruppi quali Epica, Amaranthe e Volbeat), e su cui la voce di Kobra si caratterizza nell’essere molto ariosa, toccando anche punte vicine a territori spaziali e cosmici, come ad esempio in "Manifest Destiny” e “TriggerPulse”. E per ribadire per l’ennesima volta il prevalere della sostanza sulla forma, bisogna sottolineare la performance vocale scintillante da parte di Kobra Paige, che si destreggia con assoluta naturalezza tra diversi tipi di tonalità, mantenendo una potenza ed un’espressività che la rendono attualmente tra le migliori voci metal in circolazione. A questo elemento, si accompagnano arrangiamenti più che buoni, ben strutturati e che vestono un songwriting preciso e credibile dalla prima all’ultima nota. Non c’è solo Kobra Paige a fare da protagonista principale dell’album. La strumentale “Check The Phyrg” mostra una band che può costruire senza fatica arpeggi strumentali che spaziano dal progressive, al djent, al power metal in sostanziale scioltezza, con la chitarra di Jasio Kulakovski a farla da padrone tra virtuosismi piuttosto veloci alla Timo Tolkki, e parti più ruvide e decisamente heavy metal, con la ritmica possente del duo Brad Kennedy e Marcus Lee a fare da impalcatura inossidabile. I Kobra And The Lotus si confermano quindi come una realtà ben presente nell’ampio universo metallico, strizzando anche un po’ l’occhio verso l’aspetto più commerciale e radiofonico, senza per questo snaturarsi minimamente, ma al contrario evolvendosi e maturandosi, sempre più verso la ricerca di un ruolo di primo piano tra gli addetti ai lavori, e di un contatto più diretto e più vicino con gli amanti del genere metal.
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