SEVENTH SEAL: THE SACRED TEST
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04/11/2008Bentornati Seventh Seal, toscani autori di un ottimo debut album cinque anni orsono per la purtroppo defunta label Steelheart records. Così come ottimo è il loro comeback discografico, ‘The Sacred Test’, licenziato dalla oggi dalla attivissima Mygraveyard productions. Il sound proposto dalla band? Heavy metal classico diretto e tagliente, epic solenne ed evocativo ed happy power potente e tritaossa, il tutto mixato, ottimamente scritto ed adeguatamente prodotto da una band davvero in palla. Dieci le tracce, tra le quali una intro, una strumentale e la cover di "Holy Diver"; si parte dalla title track, ben strutturata ma allo stesso tempo diretta e right-in-your-face, per passare alla suite variegata e complessa "Lucifer’s Cry", potente ma con una lunga parte centrale lenta ed evocativa. L’epic power fa la sua bella scena con la solenne "The End Of The Day", prima del mid tempo di vecchia scuola "A Fire Of Destruction"; "I’m Free" è una ballad che mostra il lato più dolce e tenero della band, prima che l’omonima "The Seventh Seal" esponga quello più happy power. Chiusura affidata alla strumentale "The Prisoner", davvero ben fatta, anche se forse troppo lunga, ed alla suite "A Wind From The West", molto varia ed articolata, che al proprio interno ripropone tutte le influenze della band. Come detto in precedenza, in questo CD c’è anche, proposta come bonus track, spazio per una buona cover di "Holy Diver" di Ronnie James Dio, non innovativa ma almeno ben fatta. Che dire a proposito di questo album per chiudere? Scritto, suonato e prodotto molto bene, con la prestazione della singer Chiara Luci, la Elisa Martin nostrana, assolutamente perfetta, e degnamente accompagnata da una band in stato di grazia. I fans di Iron Maiden, vecchi Dark Moor ed, in minor misura, dei Manowar di Ross The Boss hanno nuovo pane per i loro denti! Bentornati!
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