KING HEAVY: Guardian Demons
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05/07/2018Lenta e solenne ecco albeggiare all’orizzonte l’ultima fatica in studio dei cileni King Heavy, secondogenito di una discografia con appunto due full-length ed alcune uscite alla spicciolata. Il sound proposto è un heavy doom metal che ripesca ai classici Candlemass, Black Sabbath e Mercyful Fate, soprattutto questi ultimi per le sulfuree ambientazioni e alcune graffianti e grintose accelerazioni di chitarra. Il contesto, gli sviluppi e le atmosfere, restano però fermamente ancorate al concetto di doom, fondamenta sulle quali si erige l’album. La voce di Luther Veldmark è l’emblema di tutto questo, per corposità ed intensità interpretative accumulabile ai mostri sacri del genere (Messiah Marcolin su tutti). L’album viaggia su vie già percorse da molti altri, ma riesce a trasmettere passionalità, se non altro in chi mastica ed ama questo tipo di approccio. Non c’è una virgola di “nuovo” o personale in Guardian Demons, monolite che eroicamente sfida le onde del mare, senza lasciarsi abbattere. Troviamo interessante quando il comparto vocale sposta il tiro ad espressività più “esoteriche”, sfiorando i toni di King Diamond e del suo passato. Full-length che non sposta di una virgola l’indice di gradimento del genere, gradevole sorpresa old school che non renderà più assimilabile il doom a chi non lo ama. In tal senso, se non volete immergervi nel più classico concentrato di note heavy passate la mano. In caso contrario, potreste andare a colpo sicuro con i King Heavy. L’unica colpa, se così la possiamo chiamare, è di non percepire nulla che vada al di fuori del seminato, una qualsivoglia traccia di personalità che ce li faccia distinguere da tutto ciò che è stato “già visto”. Pensiamo che nemmeno sia mai stato l’intento degli artisti, ma resta l’amaro in bocca per una sfumatura o un accento che ci faccia riconoscere i musicisti. Nessun tratto somatico permetterà loro di alzare il capo dalla bolgia in cui sguazzano. Solido ed evocativo, Guardian Demons è il nostalgico e sfuggente sguardo al passato, ad un’uscita old school che non tradirà le aspettative, ma nemmeno ne arricchirà il blasone.
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