IVANHOE: WALK IN MINDFIELDS
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15/04/2005Una domanda che spesso mi viene rivolta, è che differenza ci sia tra i vari generi che compongono l’intricato puzzle del panorama Heavy Metal, e come chiunque abbia pensato almeno una volta a questa domanda, mi viene sempre da mettermi le mani nei capelli. L’Heavy Metal è intricato. Ha una marea di sfaccettature. Ha un’ingente numero di sottogeneri, i quali a loro volta si compongono di un’infinità di sotto-sottogeneri, e a questi si aggiungono collegamenti vari ed eventuali tra parti del puzzle lontanissime tra loro, quando addirittura non si verifichino fusioni con generi che col Metal nulla c’entrano. Questa premessa, che nulla aggiunge a ciò che, bene o male, tutti già sappiamo, era necessaria per ricordarvi una cosa: se si capisce qualcosa di musica, in questo mondo è possibile considerare un gruppo per due aspetti della sua musica diversi, ed arrivare a classificare il gruppo in maniera completamente diversa. Eppure la musica proposta rimane quella, così come il gruppo che la suona. In altre parole, se siete convinti che la definizione “Heavy Prog”non si addica agli Ivanhoe, ricordatevi sempre questo: primo, sono umano anch’io, e quindi posso sbagliare; secondo, se ci avessero messo ancora qualche influenza strana, avrei definito il loro genere “Minestron Metal”. Con questo non si intende svalutare il gruppo o l’album, al contrario: questo “Walk In Mindfields” ha un che di accattivante, di anticommerciale eppur “catchy”, di ricercato eppur semplice. Se la title-track pone l’accento su una derivazione musicale dal Power Melodico della metà degli anni ’90, altri pezzi, come “Take Me To The Spirit”, danno l’impressione di aver veramente poco o nulla a che fare con il Power, in qualunque sua manifestazione. La costante di tutto l’album è l’atmosfera tipicamente Prog che scaturisce dalle tastiere e dai (pochi) effetti usati perle vocal lines. L’aspetto sconcertante (ed ecco il “Minestron Metal”) è che su quest’album si sentono influenze che vanno dagli Iron Maiden agli Iced Earth, dagli Angra ai Savatage. E questi sono solo i gruppi che mi sono venuti in mente nell’immediato, al primo ascolto, sorvolando su quella serpeggiante sensazione che mi sussurra ancora adesso che ne ho identificati altri “C’è dell’altro…”
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