IRONWILL: Breakout
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16/07/2021Con 'Breakout' fanno il loro ritorno gli Ironwill di Salvo Dell’Arte, musicista che ha posto in questo suo progetto personale un tema portante come la lotta contro il bullismo. Un tema nobile che è stato fin qui sviluppato con grande senso di partecipazione e che ha visto – oltre all’aspetto puramente musicale – un contributo visivo/artistico sotto forma di fumetto (a supporto del disco d’esordio 'The Jonathan’s Journey'), e oggi con una rappresentazione visiva di ogni singolo brano del nuovo disco attraverso le opere fotografiche del maestro Franco Donaggio. Arrivando al piatto forte, ossia il nuovo disco la prima nota va alla line-up, che vede la conferma di Riell alla voce, affiancata dalla cantante lirica americana Sherrie Anne Grieve, la voce maschile di Jareth Skullek, Calvin Duke al basso e Gabriele alle tastiere, Carlos Cantatore alla batteria, il tutto diretto come sempre da Salvo Dell’Arte in fatto di songwriting e testi. Ascoltandolo Breakout' è un lavoro molto ambizioso, capace in questo caso di scrollarsi di dosso ogni tipo di etichetta e lasciando alla parola “musica” in sé il compito di condurre l’ascoltatore in un’esperienza affascinante e sulla quale è d’obbligo donare del tempo per poter comprendere appieno ogni sua sfumatura. Non è un disco semplice o come si dice solitamente “immediato”, tutt’altro. Qui si ha di fronte una notevole gamma di soluzioni che possono essere apprezzate da chi vede la musica come una forma d’arte complessa e al tempo stesso non comprese da chi è solito legarsi a un genere specifico. Essere menti aperte in un lavoro del genere è sicuramente un “plus” che facilita molto il suo ascolto: in ogni brano troviamo sfumature rock, blues, funky, parti classiche e persino d’opera senza perdere di vista quel suono prettamente heavy che fa da background all’artista. Un disco che è coraggioso sin dalla scelta del primo singolo, quella “Save Me” che può sembrare tutt’altro che radiofonica per via del suo essere sofficemente ballad ma che ha ottenuto fin qui ottimi risultati. Un album che ritrova poi nella titletrack la sua casa madre, ricordandoci da dove tutto è partito. Un lavoro che musicalmente ha colpito nel segno, così come ha saputo essere efficace anche per quel che riguarda l’aspetto vocale, dove solitamente unire tre voci molto diverse tra di loro è qualcosa di tremendamente complesso. Difficile trovare qualcosa fuori posto in questo lavoro, sviluppato attentamente in ogni suo aspetto e dal risultato finale sicuramente appagante.
Ironwill
22/07/2021, 07:06
Grazie di cuore, Rock On!!!