IN FLAMES: WHORACLE
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30/01/2006In Flames, anno 1997: la band capitanata da Jesper Strömblad comincia a raccogliere i frutti di tutto ciò che è stato seminato in precedenza grazie soprattutto a un disco simbolo dello swedish death come “The Jester Race”, universalmente riconosciuto come capolavoro e tranquillamente paragonabile, per impatto, a masterpiece come “The Gallery” o l’ovvio “Slaughter Of The Soul”. I riflettori sono dunque tutti puntati su di loro, su questo “Whoracle” che avrebbe dovuto confermare la classe cristallina di Anders e soci. Impresa mica da poco. A differenza dell’illustre predecessore, “Whoracle” è se vogliamo più immediato, meno legato agli stilemi classici del death scandinavo dei primordi, più pregno di tempistiche thrash (merito anche del guitar work da applausi targato Strömblad/Ljungstrom/Gelotte, quest’ultimo impegnato con merito anche dietro le pelli) nonostante non manchino le solite incursioni acustiche da brivido. A dominare il platter è sicuramente il binomio costituito dalle chitarre armonizzate che cesellano in continuazione riff da manuale e dalla voce cavernosa e imponente di Anders, ancora lontano dai timidi accenni di clean vocals che cominceranno a fare capolino in “Colony”; ogni singolo brano meriterebbe una menzione, e non a caso “Whoracle” è tuttora forse l’album più depredato dai nostri in sede live. Il magniloquente trittico iniziale composto da “Jotun”/”Food For The Gods”/”Gyroscope”, la mazzata “The Hive”, “Jester Script Transfigured” con la sua coinvolgente coda strumentale, la tiratissima “Morphing Into Primal”, la cover della depechemodiana “Everything Counts”, l’apocalittica title-track conclusiva… sono solo una parte del godimento uditivo che gli In Flames consegneranno ai vostri timpani. Un’offerta che non si può rifiutare.
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