CULTUS PROFANO: Sacramentum Obscurus
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03/03/2018Nero livore viene stillato, goccia dopo goccia, dal risentimento e dalla più cupa alterigia. Nulla rimane di questa superbia, vuoto di fronte al quale restiamo inermi e disillusi da una comprensione che ci pulsa di colpa. 'Sacramentum Obscurus' è il primo disco degli statunitensi Cultus Profano, progetto che due anni or sono produsse una demo con lo stesso appellativo, ma con tre soli episodi di questi nove qui proposti. Sound glaciale, diretto, old school nell’essenza, ma che in molteplici espressioni riesce a mostrare livree più personali ed atmosferiche. Sentiamo così gli spunti della scuola Usa, degli Wolves In The Throne Room in primis, senza però citare espressamente questa o quella realtà. Ritmiche martellanti, echi di un passato che non offusca un’identità che i Cultus Profano mostrano tuttavia timidamente. Brani serrati, voci narranti di sottofondo cupe e distruttive. Spirito errante si ridesta dalle ombre di un passato nefasto parlandoci di paure, patimenti e poi sogni disillusi. 'Sacramentum Obscurus' è senso di vuoto colmato da uno spasimo di malignità, graffianti riff di chitarra che dilaniano un’anima ormai persa nel nulla. Il full-length avanza costante, forte di una continuità fatta da un tappeto di gelide distorsioni e frenetiche cadenze della batteria. Non crediamo di trovarci di fronte ad un’opera irrinunciabile del black metal, ma nemmeno ad uno dei tanti capitoli clonati della storia del genere. Vedremo se gli artisti sapranno andare oltre a certi cliché, continuando su una via più sperimentale, qui solo accennata a livello di ambientazioni. Per amanti di una nera fiamma dai colori nord europei e dalla voglia di guardare oltre made in Usa.
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