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ILIUM: AGELESS DECAY

data

19/09/2009
65


Genere: Melodic Power Metal
Etichetta: Escape Music
Distro:
Anno: 2009

Per il loro quarto lavoro gli Ilium di Newcastle non si sono proprio fatti mancare nulla, un rapido sguardo al bellissimo booklet ed ecco che due nomi saltano subito all’occhio: Mike DiMeo e mister Tommy Hansen. Sdoganato dai Masterplan di Grapow per il figliol prodigo Jorn Lande, Mike DiMeo è un'ugola di tutto rispetto ed averlo in 'Ageless Decay' è il primo colpaccio della coppia di autori/produttori Adam Smith/Jason Hodges. L’ex frontman dei Riot offre una prestazione davvero sopra le righe, con un cantato che brilla per tutto lo scorrere del platter. Anche troppo, ma di questo riparleremo. Se i suoni, in cuffia come in hi-fi, sono perfettamente calibrati e tutti gli strumenti hanno il loro spazio è naturalmente merito di quel vecchio volpone di Hansen, il cui curriculum è talmente lungo che dovrei, nel riportarlo, accomiatarmi da voi terminato questo periodo. Per rinfrescarvi la memoria, ma davvero non credo occorra, Tommy Hansen è stato l’uomo dietro il mix dei Keepers di helloweeniana memoria, e già solo per quel lavoro è entrato nella storia dei producers del genere. La sua fama non viene smentita nemmeno sul quarto lavoro del combo australiano. Potevamo essere soddisfatti da tutto ciò ma, last but not least, gli Ilium hanno invitato l’illustratore bulgaro Dimitar Nikolov ad abbellire con ben tredici dipinti davvero evocativi il booklet dell’album. Fate un salto nel suo sito web e poi mi direte se non è un bel perdersi tra immagini fantasy e horror. Esaurita la descrizione del lato migliore di questo lavoro soffermiamoci brevemente sui suoi limiti, che appaiono evidenti anche solo al primo ascolto dei quasi settanta minuti di Melodic Power Metal offerti . L’album risulta inutilmente prolisso considerando il forte richiamo, quasi ci trovassimo di fronte ad un concept album, che diverse canzoni hanno tra loro; l’uso di suoni e arrangiamenti di tastiere, ad opera del chitarrista e bassista Smith, non propriamente consueti sicuramente diluiscono la noia ma il cantato troppo esasperato di DiMeo risulta stressante, soprattutto se fate come il sottoscritto e ascoltate un album di filato dall’inizio alla fine. Le linee vocali sono piuttosto melodiche, in linea col genere, ma DiMeo ci va giù pesante, avete presente l’ultimo lavoro di Malmsteen con Tim Owens? Ecco, l’impressione che determinati cantati dovessero essere meno duri, meno da screamer e più da vocalist per sposarsi meglio con le composizioni è la stessa. Una maggiore asciuttezza dei brani e una minore gigioneria di Mike DiMeo avrebbero giovato tantissimo a questa quarta fatica degli Ilium e, unitamente ai fattori positivi sopra citati, sarebbero stati la quadratura del cerchio.

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