ILIUM: My Misanthropia
data
06/05/2015Possiamo considerare gli australiani Ilium una di quelle band che per svariate ragioni non è riuscita a raggiungere posizioni di rilievo, pur mettendoci tanto impegno e una buona dose di tecnica. Il loro sesto full-lenght segna il passaggio dalla vecchia etichetta Escape Music alla Nightmare Records gestita da Lance King, ed è proprio lo stesso King a occuparsi in prima persona delle linee vocali al posto del dimissionario Mike DiMeo; non sarà magari ai livelli dell'ex Riot e Masterplan, ma riesce comunque a sfoderare una performance di tutta sostanza. Anche per quanto riguarda invece l'aspetto prettamente musicale non c'è da lamentarsi nonostante il combo non si avvalga più dei servigi di Tommy Hansen dietro la consolle. Le due chitarre continuano come sempre a dettar legge, e i brani certamente non difettano in termini d'impatto sempre collocati tra heavy e U.S. power. Un'opera che si pone grosso modo come le precedenti, forse leggermente dal carattere più oscuro anche se non mancano episodi dove l'intensità melodica si fa preferire. Ci pregiamo di segnalare gli ottimi spunti in "Quetzalcoat" dove fanno capolino anche le tastiere, la veloce "Godless Theocracies", la composita e massiccia "The Cryptozoologist" e il piglio feroce dell'opener title-track. Ma non tutto è rose e fiori perchè nell'arco del cd si ravvisano evidenti cali di tensione che ahimè compromettono in parte ma senza gravi coseguenze la riuscita di questo lavoro ("Lingua Franca", "Zenith To Zero", veramente anonime ma anche qua e là in altri brani) comunque ben congegnato e dall'esito confortante ma che per la ragione sopra esposta e per la loro titubanza nell'uscire dalla cosiddetta 'zona di comfort' non può certo andare oltre la soglia del compito ben eseguito. Lavoro di ordinaria amministrazione.
Commenti