HUMAN IMPROVEMENT PROCESS: S.T.A.R.S.
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24/02/2011Disco di esordio per i nostrani Human Improvement Process, band che si tuffa nel già affollatissimo stagno del *core melodico. Nei loro dati i nostri citano chissà quali influenze elettroniche e dub, ma fatta eccezione per intro e outro nulla di tutto questo troviamo in 'S.t.a.r.s.', se non qualche sample riempitivo qua e là. Per il resto si tratta di modernissimo deathcore in salsa scandinava, molto groovy ("Weight Of Guilt") e melodico, con le solite vocine pulite accostate allo screaming. L'elemento melodico, dicevamo, è molto presente, ma ci sono momenti in cui le chitarre strabordano, perdendosi in inutili stucchevolezze come nella title track. Ma il problema principale sta nel riffing, stantìo e ripetitivo al limite dell'ossessivo, in grado di rovinare anche brani tutto sommato decenti ("The Process"). Buona la produzione, piace in particolare la resa della sezione ritmica, ma in questo momento occorre creare bei riff, delineare fraseggi stilosi, insomma bisogna lavorare sul songwriting piuttosto che ripetere pedissequamente un trend che in breve ha già detto ciò che aveva da dire.
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