KLIMT 1918: JUST IN CASE WE'LL NEVER MEET AGAIN
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31/07/2008Sono passati poco più di tre anni da 'Dopoguerra', album che aveva colpito nel segno e portato al successo i Klimt 1918, una delle migliori band italiane della scena rock, ed ora eccoli tornare con il nuovo 'Just In Case We’ll Never Meet Again'. Per il combo romano si tratta del terzo lavoro, passaggio importante per ogni band, che conferma o meno il talento e le qualità finora dimostrate, e nel loro caso si può dire che l’operazione è riuscita. Se con il precedente disco ci avevano abituati al loro stile, in 'Just In Case We’ll Never Meet Again' questo ritorna con una marcia in più, con un salto di qualità, segno che i Klimt sono ora un gruppo maturo, consapevole, che sa come muoversi, quali sono i suoi riferimenti e obiettivi. Componente essenziale del loro sound sono le chitarre, le cui corde si prestano a mettere in musica i più svariati sentimenti dell’animo umano, privilegiando quelli legati al ricordo e alla nostalgia e regalandoci atmosfere suggestive ed emozionanti. Di metal nelle loro canzoni ce ne è veramente poco, tant’è che per la band dei fratelli Soellner si può parlare soprattutto di indie-rock e dark wave, e qui il pensiero ricorre a gruppi come Dredg e The Cure: anche laddove la musica si fa più potente, è più che altro simbolo di irrequietezza oppure di una semplice pausa dalle sensazioni più malinconiche. Parlare in profondità di queste undici tracce è davvero difficile, ognuna ha un suo potenziale e una bellezza che si fatica ad esprimere a parole: si parte con la sognante "The Breathtaking Days (Via Lactea)" per passare a "Skygazer" e il gioiellino "Ghost Of A Tape Listener", giungendo all’ “allegra” titletrack e una sentita "Suspense Music", e cominciare a vedere il traguardo con "All Summer Long". Da possedere.
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