HIM: LOVE METAL
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29/08/2003Dopo due anni di lunga attesa mi ritrovo di nuovo tra le mani un cd degli HIM. Devo ammettere che la curiosita di ascoltare questo successore dello spoglio "Deep Shadows & Brilliant Highlights" è diventata sempre più morbosa col passare del tempo. Sono consapevole infatti che questa è la prova più difficile per questo gruppo che dopo aver "fatto il botto" regalandoci un capolavoro come "Razorblade Romance" si è clamorosamente spento col sopra citato album del 2001 che decisamente non ha soddisfatto l'aspettativa del suo pubblico. Il titolo scelto scaccia tutte le polemiche relative alle varie etichette attribuite a Valo e soci fin dal momento dell'uscita del loro primo lavoro in studio. Niente equivoci, niente franintendimenti: semplicemente LOVE METAL. Dopo questa doverosa premessa passo deciso all'ascolto per scoprire se deluderà come il precedente o se riemergeranno le caratteristiche portanti delle origini fatte di energia e carica emozionale che tanto ci sono piaciute... Si intuiscono subito con le prime due songs ("Buried alive by love" e "The funeral of hearts") le due facce della stessa medaglia. La prima: un ritorno a sonorità cupe, cattive e a ritmiche concitate e senza respiro. La seconda: solita dose di disperazione alimentata dalle passionali ballads. E se quest'ultima è la caratteristica preferita dal gentil sesso che apprezzerà su tutte "The sacrament" (uno struggente pezzo in cui l'incantevole inizio sfocia in un mix di chitarre elettro-acustiche che espolodono su incantevoli note di piano che ne scandiscono la melodia assieme alla sensuale voce di Ville) ma anche "Sweet pandemonium"; i più duri di cuore potranno invece ammirare la veloce "Soul on fire". Buone anche "Beyond redemption" ed "Endless Dark" anche se la perla del disco è l'introspettiva "Circle of Fear", un'oscuro e raffinato mid-tempo che ammalia e che ruba non solo l'attenzione ma anche l'anima di chi ha la fortuna di addentrarcisi dentro. Beh...il protagonista assoluto del platter è come al solito il bel Valo che, oltre a giocare col falsetto e a rendere ancora più tenebrose le basse strofe, addirittura si supera toccando note che mai prima d'ora aveva nemmeno sfiorato. La sua prova è veramente entusiasmante. Inoltre i testi da lui scritti (seppur a senso unico verso una dannata alternanza di amore e odio) sono sempre all'altezza dei precedenti e credo proprio che l'ispirazione che continua ad illuminare la sua mente difficilmente potrà affievolirsi... Gli altri membri risultano in sintonia tra di loro e le rabbiose distorsioni si amalgamano alla grande con il delicato e ricercato lavoro al piano e al tempo steso dalla batteria (più sostenuto che in passato). Buona anche la bilanciatura del basso che contribuisce a creare l'oscura atmosfera tipica degli HIM. Ormai si sente che l'affiatamento del gruppo è diventato un punto di forza come la voglia di non arrendersi e di superare le critiche ricevute negli ultimi tempi (sicuramente non dopo l'uscita di questo cd). Per essere completo devo dire anche che ci sono due pezzi ("This Fortress of Tears" e "The Path") che sinceramente stancano un po'e quindi il voto non può alzarsi ulteriormente. Il resto delle canzoni permette però di passare sopra a questo piccolo particolare...
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