GALLOGLASS: LEGENDS FROM NOW AND NEVERMORE
data
13/11/2003Niente di nuovo sotto il sole: nell'universo del power metal si è ormai sentita una tale varietà di suoni da dover inventare qualcosa di completamente nuovo per coinvolgere l'ascoltatore, ed i Galloglass, quel qualcosa, non ce l'hanno proprio. "Dragons Revenge" è un buon pezzo: cori non eccessivi, ritmiche serrate, un chorus di buon impatto, ma è tutto qui. Molto meglio "Ancient Times", con una vocal-line più dolce e passaggi melodici in cui la tastiera si focalizza su un violino quasi folk, accompagnata da una batteria incalzante ma non eccessiva. "Wintertale" ha un approccio più soft , i toni sono più chiusi per dare un effetto caldo, quasi dolce, ed ancora il violino ben accompagna il brano. Con "Remember The Fire" si torna ad una maggiore aggressività, spezzata dal chorus rallentato tipicamente "epico". E' poi la volta della title-track,"Legends From Now And Nevermore", forse il miglior brano dell'album: travolgente, carico, con una buona alternanza tra la durezza della strofa e la grandiosa sinuosità del ritornello. "The Conjuring" abbassa il tiro di parecchio, tentando un'atmosfera cupamente orientaleggiante che risulta però malriuscita, dando un senso di ansiogena incompletezza. "Eye To Eye" è gradevole, veloce, pulita, ma risente del più grosso problema tipico dei pezzi power: nel tentativo di divenire un grido di battaglia, esce invece mostruosamente scontata e banale, quindi noiosa. L'ottava traccia è "Crusade Of The Damned", un tentativo di cavalcata epica privo di passione e carente di coinvolgimento: un' aquila senz'ali, niente altro da dire. "The Quest" è il lento, l'immancabile ballad, peccato che, a partire dal giro iniziale, il crescendo sia solo accennato, lasciando il brano a ripetersi in maniera fredda ed asettica. Si arriva infine in chiusura, con "The Last Stand":si accellera di nuovo, si cerca il pezzo da pogo selvaggio da cantare a squarciagola, si finisce invece su una corsa da head-banging o poco più.Banale e deludente. Nel complesso l'album è un buon lavoro tecnico, quello che manca è lo stile: uno stile personale, un'impronta che non sappia di "già sentito", i Galloglass devono ancora trovarla.
Commenti