GALLI, JACOPO: TIMEDROPS
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08/08/2004L’ingegnere Certosino Jacopo Galli arriva alla pubblicazione del suo debut, “Timedrops”, e tenta un colpo alquanto grosso: da buon polistrumentista si mette a comporre ed eseguire i suoi pezzi completamente da solo, proponendo un lavoro complesso, ma alquanto deludente. Al di là del suono di batteria terribilmente finto e pesante, infatti, è la voce uno dei punti più deboli di questa struttura. Non si riesce a capire se sia fuori tono o se tenti qualcosa oltre la sua portata, fatto sta che la linea melodica delle lyrics risulta stridente con la musica, e questo non è tutto. Perché va detto che, per quanto bravo possa essere come musicista, l’album che ha scritto è un’accozzaglia di ispirazioni prese da altri gruppi, siano essi i Rush, i Dream Theater o gli Iron Maiden. Certo non si pretende da nessuno che scriva qualcosa di assolutamente mai sentito, ma quando un cd ha il suono di una dozzina di altri che già stanno nei propri scaffali, la voglia di inserirlo nel lettore una seconda volta non abbonda di sicuro. Quando poi il suono in questione è una cattiva riproduzione della suddetta dozzina, la tentazione è quella di inserire il nuovo arrivato tra i sottobicchieri.
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