FATES WARNING: Theories Of Flight
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12/08/2016Anche quando non hanno convinto del tutto - in rare occasioni - i Fates Warning hanno sempre dimostrato di essere una band superiore, di quelle che hanno sempre osato, che hanno sempre guardato avanti non componendo mai un disco uguale a quelli precedenti, pur restando sempre fedeli ai propri canoni stilistici: ostici e melodici, progressive e metallici. Da par suo Jim Matheos meriterebbe un monumento virtuale per il talento e la creatività espresse in tanti anni di carriera, ma questo è un altro discorso che magari affronteremo in altra sede. Ora è il momento di 'Theories Of Flight', altro disco superlativo che sul piano stilistico rappresenta in parte la summa di quanto già composto nei lavori precedenti, con l'unica quanto rilevante differenza che sul piano ritmico i Fates Warning mostrano ancora una volta i muscoli grazie alla tecnica elefantiaca di Bobby Jarzombeck, il quale non fa rimpiangere Mark Zonder da un punto di vista tecnico, ma prende il largo da quest'ultimo in fatto di potenza. Uno stile personale che ad un primo ascolto potrebbe anche spiazzare - come già successo con 'Darkness in a Different Light' - ma che nel contesto dell'album trova il suo degno posto con il procedere degli ascolti. Per quanto concerne il contenuto, 'Theories Of Flight' non è un disco facile da digerire nell'immediato, così intenso e strutturato tale da meritare più passaggi prima di essere assimilato. Come al solito Matheos stratifica molto le sue creature, e le trame dalle chitarre intrecciano figure ed armonizzazioni che non lasciano scampo all'immaginazione: taglienti e melodiche a tutto spiano. Per quanto concerne Ray Alder, pur non raggiungendo orami da qualche anno le tonalità di un tempo, riesce in egual misura a sfoggiare prestazioni da podio, ormai ugola che bada molto più all'interpetazione che alla tecnica. Tutto funziona come ci si aspetterebbe dai Fates Warning, quindi, anche se a conti fatti avremmo preferito qualche azzardo in più considerata la storia della band. Da evidenziare la presenza di Frank Aresti il quale si cimenta in un paio di assoli al fulmicotone (di recente ha dichiarato che gli impegni personali non gli permettono di dedicarsi a tempo pieno ai progetti del gruppo).
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