FATAL DESTINY: Palindromia
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13/08/2016Progressive metal canonico quello dei veronesi Fatal Destiny, autori di un disco in cui luci ed ombre si rincorrono di continuo tra un brano e l'altro. In alcuni passaggi si avverte anche una certa tendenza a powerizzare lo stile, anche se nell'insieme 'Palindromia' si dipana attraverso uno stile ben definito fatto di brani corposi, strutture complesse e buone prove soliste. Sul piano compositivo vale stesso discorso in quanto le canzoni risultano ben arrangiate ed orchestrate, e gli strumenti in causa non prendono mai il sopravvento sugli altri: la sezione ritmica è poderosa e dinamica, mentre tastiere e chitarra giocano un ruolo predominante e si alternano nel valorizzare passaggi e fraseggi con perizia tecnica sempre messa al servizio delle tracce. Convince meno la prestazione di Zamboni dietro al microfono, ugola non sempre espressiva come si dovrebbe e costantemente su registri alti, anche quando un maggior controllo potrebbe fare la differenza in alcuni momento del disco. Altro punto a sfavore di 'Palindromia' è la latenza dell'aspetto emozionale, non perchè la band non suoni con passione, ma certo dai brani non emerge quella scintilla che potrebbe alimentare ancora di più la fiammella che li tiene in vita. Sicuro non aiuta un mixaggio che valorizza poco i suoni, troppo asciutti per un genere per cui dovrebbero "sfavillare" un po' di più. Tanta preparazione, quindi, che non basta a coinvolgere chi ascolta. Intanto ci sono le basi e dei brani da cui ripartire - "Gates Of Time" su tutti - per provare a raggiungere in futuro livelli compositivi ed interpretativi più convincenti.
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