EVADNE: The Shortest Way
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21/12/2011Doom/death a ritmi lenti in "No Place For Hope" che non disdegna improvvise accelerazioni di chiara ispirazione My Dying Bride; "One Last Dress For One Last Journey" è costruita su chitarre che si alternano tra acustiche ed elettriche e voce più vicina ai November's Doom; "All I Will Leave Behind" fonde le due band sopra in un unico brano con voce femminile a fare da intro, e si lancia oltre versi i terrirori cari ai Revelation Of Rain. E' ciò che ci propone la band ispanica alla sua terza release che contraddistingue il decennale della loro carriera. Come citato dai riferimenti non inventa nulla di nuovo, ma è altrettanto vero che lo fa con perizia e competenza lasciandosi ascoltare senza difficoltà tranne nelle due ultime tracce che sanno un po' da filler. Grande produzione che dona un sound caldo e corposo in grado di evidenziare ogni singolo strumento che si esprime con forza e potenza. Molto bella e toccante è la traccia più progressiva dell'intera opera, "The Wanderer", in cui i richiami ai i Fates Warning sono in bell'evidenza. I restanti brani sono pervasi da quell'aurea di malinconia e angoscia amplificata dalle liriche che sono il degno coronamento delle sensazioni appena descritte, e che faranno la felicità di chi ha il gusto della sofferenza e del dolore: "Waiting for your last breath, Waiting for your last signal of life, Please let me die".
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