RASPAIL: Dirge
data
24/01/2017Sofferenza, frustrazione, rabbia, tutti sentimenti negativi dell’animo umano che attraverso una catarsi dolorosa, ma liberatoria, riescono a farci a struggere lungo il vortice di emozioni che le note malinconiche e deprimenti (con una forte vena melodica), i Raspail sanno regalare. Ciò che differenzia i capitolini dal resto delle band che si agitano nei meandri delle sonorità depressive è la maestosa epicità che riescono a trasmettere nei brani, fagocitando il meglio di quanto fatto dai Katatonia di ‘Brave Murder Day’, dai My Dying Bride (uno spaccato di “The Cry Of Mankind” lo troviamo nella seconda parte di “Et In Arcadio Ego”), dai Novembre (per lo screaming straziante), e fonderlo con lo shoegaze dei Cocteau Twins (cioè utilizzare simili accordi/arpeggi/riff con effetti metal – ascoltate la seconda parte di “The Wanderer”), post rock, ambient, la lentezza del funeral doom meno claustrofobico e schegge di black metal come in "Dirge", la title track. Alcuni membri di questo progetto vantano trascorsi nei Novembre e Room With A View, altri sono tuttora presenti nei Klimt 1918, fonte di ispirazione per la scrittura del disco d’esordio sono stati i vecchi paesaggi rurali che cingevano Roma, e ne son venute fuori tracce di una lacerante bellezza tra le quali spicca "The Nymph’s Wood Hymn To The Rising Sun". Una produzione più potente avrebbe donato ulteriore valore aggiunto a questo gioiello che brilla di speranze perdute, ma per un opera prima di tale portata non potevamo chiedere di più.
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