EPICA: The Holographic Principle
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27/09/2016Capitolo numero sette per gli olandesi Epica, una band sempre in continuo movimento e che non ha nessuna voglia di fermarsi, producendo in media un album ogni due anni, e calcolando anche i tour mondiali tra un album e l’altro. ‘The Holographic Principle’ ci dona questa volta, oltre ad un artwork pazzesco a cura di Stefan Heilemann (copertine, tra gli altri, per Leaves’ Eyes, Kamelot e Luca Turilli’s Rhapsody), anche spunti di interesse in tema musicale. In questo caso siamo di fronte ad una Simone Simons rinnovata nel suo stile canoro, tendendo a ridurre la preponderanza lirica, limitandola a selezionati frangenti, e dando invece ampio spettro alle parti melodiche e più orientate al pop ed al rock, e con risultati molto importanti. La parte lirica ed operistica negli Epica non manca di certo, i cori di molti brani sono infatti conditi da un ensemble sinfonico che dà un quid più coinvolgente ai brani. Gli Epica però sono soprattutto, e lo saranno sempre e fino alla fine della loro esistenza, una band heavy metal. Il fatto che l’album sia stato preceduto da un pezzo come “Universal Death Squad” lo testimonia ampiamente. Un metal diretto in faccia all’ascoltatore in pieno stile Epica, dove tutte le componenti più importanti della band fioriscono e prendono slancio: le voci distintive e caratteristiche di Simone Simons e di Mark Jansen con il suo growl micidiale, la base ritmica serrata e prepotente disposta a dovere da tutti gli strumentisti, nonché i cori di supporto già anticipati. Alla stessa maniera le successive “Divide And Conquer” e “Beyond The Matrix” vedono la band essere davvero “epica” nel vero senso della parola: nel primo pezzo si intravedono sostanzialmente gli stessi elementi di “Universal Death Squad”, mentre il secondo può diventare, soprattutto in sede live, quasi un anthem con quei cori talmente orecchiabili ed assimilabili, che recepiti a memoria sapranno essere sicuramente cantanti a squarciagola con cori da stadio. Tra le ritmiche marziali tipicamente di stampo Epica, c’è spazio anche per la riflessione, per il pensiero intimo, che viene racchiuso nella toccante “Once Upon A Nightmare”, dove Simone Simons rivela tutta sé stessa sia dal punto di vista dell’emozionalità del brano, sia da quello delle sue qualità come cantante, che si attestano ai livelli top nel genere. Ed in parte anche nella suite conclusiva “The Holographic Principle – A Profound Understanding Of Reality”, ottimo connubio tra la soavità femminile e la prepotenza maschile, apoteosi finale degna delle grandi conclusioni che la band ha saputo produrre, come “The Phantom Agony” e “Consign To Oblivion” giusto per fare due esempi cari ai fan. Questo disco svela ancora una volta di più l’inconfondibile sound degli Epica, fatto appunto di epicità metallica, di melodie sinuose portate avanti dalla rossa Simone, di cattiveria aggressiva capitanata dal poderoso growl di Jansen, e di una forza musicale e compositiva che possiede la forza di un treno in corsa. Quest’album, come in pratica tutti i dischi della compagine olandese, è un disco vivo, un disco che trasuda ricchezza metallica unita ad un gusto sinfonico di primo livello; un disco che aggiunge innovazioni in quantità misurate, ma che donano ogni volta uno spirito nuovo alla band, che rimarrà per sempre tra le più alte presenze del panorama del metal sinfonico mondiale.
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