ECLIPSE: Wired
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16/10/2021Proviamo a pensare a non oltre tre band nate non prima di 15-20 anni fa, le quali hanno conseguito l’ambizioso merito di rinfrescare con successo a livello continentale, se non mondiale, l’hard rock nella sua concezione più vasta e generica possibile. Stilata questa classifica, ci accorgeremmo dell’impossibilità di escludere gli Eclipse. Martensson e soci arrivano all’ottavo capitolo in studio confermando quanto di buono sviluppato nei precedenti dischi, senza alcuna rivoluzione, aggiungendo un pizzico di durevolezza qua e là al loro sound, sempre diretto, sempre immediato. Sempre intensamente melodico mediante l’uso di linee vocali di agevole e gradevole assimilazione. Con i primi quattro pezzi in scaletta abbiamo delle vere e proprie killer song; dall’incendiaria “Roses On Your Grave” alla classica “Dying Breed”, dal singolo “Saturday Night (Hallelujah)” alla solenne “Run For Cover”. Gli ingredienti sono immutati, e per quanto la sensazione di deja-vu sia inevitabile come il freddo d’inverno in terra polare, le canzoni emergono vincenti, e la conferma risulta acquisita dopo soltanto quattro brani. Martensson col passare degli anni (e delle esperienze discografiche) acquisisce maggiore consapevolezza del proprio registro e dona al timbro ulteriori sfumature.La delicata e lievemente celtica “Carved In Stone” mostra le ampie possibilità della band nel sapersi destreggiare anche sulla linea del proprio consueto perimetro artistico. Con “Bite The Bullet” e “Things We Love” si vira ancor di più verso l’heavy sound lasciando maggior sfogo alle parti strumentali. A chiudere il discorso una canzone dall’enorme potenziale live, “Dead Inside”, col suo coro sing-along dall’effetto chewing gum. Personalmente non amo il musicista che persiste artisticamente all’interno della propria confort zone; pur confermandosi ad alti livelli, senza osare, corre il rischio di stancare. Quindi gli Eclipse ne escono vincitori e ‘Wired’ è un gran bel disco, ma dal punto di vista del vostro opinabile recensore, con tale qualità a disposizione, sarebbe il caso di cambiare qualche addendo nella formula. Il risultato rimarrebbe immutato, di spessore.
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