DREAM THEATER: IMAGES AND WORDS
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29/12/2006Con la seconda pubblicazione, che prende il nome di Images And Words, i Dream Theater iniziano a fare sul serio. Prima cosa che si nota è il cambio alla voce che, a partire da questo album, presenta James Labrie al posto del precedente Charlie Dominici, ma oltre a questo quello che risalta è il grande salto in avanti a livello qualitativo dei brani proposti sia a livello musicale che di testi. Nelle 8 tracce proposte non c'è mai un cedimento da parte del gruppo e l'ascoltatore difficilmente riesce a trovare pecche di qualunque genere. Brani come Pull Me Under, Take The Time, Metropolis e Learning To Live entrano in testa e vi rimangono stabilmente grazie alle stupendo uso delle chitarre di Petrucci, ai giri di basso di Myung, al ritmo imposto dalla batteria di Portnoy o alle melodie delle tastiere di Moore, il tutto accompagnato dalla voce di Labrie che si fa dura o melodica al momento opportuno senza steccare mai, neppure per un secondo. Ancora oggi, dopo ben 14 anni, questi brani sono una pietra miliare del gruppo e del genere e vengono apprezzati da vecchi e nuovi fans senza distinzioni: Images And Words può essere considerato il disco che ha dato il là alla nascita del prog metal moderno. Fra le caratteristiche particolari del disco mi viene da segnalare una citazione in italiano all'interno della traccia Take The Time dove viene pronunciata la frase "ora che ho perso la vista ci vedo di più" e il brano Metropolis Part 1 che, non avendo una parte seconda nel disco, diventerà un tormentone dei fans che a più riprese richiederanno un seguito al brano e verranno accontentati solo nel 1999 (chi conosce i Dream saprà sicuramente di cosa sto parlando, per gli altri consiglio di dare un'occhiata alla discografia).
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