DESTINITY: THE INSIDE
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21/04/2008Sono già al quarto album i francesi Destinity, e sebbene si siano rivelati una buona sorpresa, il sottoscritto non aveva mai sentito parlare di loro. Al primo disco con Lifeforce, il quintetto propone un death melodico profondamente radicato nella Svezia degli anni ’90, quindi quasi del tutto scevro da influenze più moderne (se si eccettua la produzione targata Jacob Hansen). L’assalto dei Destinity si rifà palesemente al sound degli At The Gates, e anche se non mancano riferimenti al resto della scena svedese (con stacchi di voce pulita e orchestrazioni varie), la caratteristica principale della band è quella di pestare duro e andare a mille all’ora, riuscendo a confezionare una serie di pezzi piuttosto riusciti, come ’Murder Within’ e ’A Thousand Falling Skies’. Un platter onesto, di un certo appeal se vogliamo (l’immagine della band e l’artwork non richiamano certo il passato più ortodosso del metal), e che si rivela una sorpresa più che buona.
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