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DEBAUCHERY: GERMANY'S NEXT DEATH METAL

data

18/03/2011
50


Genere: Death'n'Roll
Etichetta: AFM Records
Distro:
Anno: 2011

Ecco che ci risiamo. Quel pazzoide di Thomas Gurrath è tornato alla carica col suo progetto Debauchery, ormai diventato la sua attività primaria. Questo perché il nostro ha sperimentato sulla sua pelle l'inossidabile arretratezza delle menti dei genitori, sia pure in una società emancipata come quella tedesca. Per chi non lo sapesse Thomas Gurrath faceva l'insegnante, ma a causa di pressioni da parte dei genitori e non solo è stato messo di fronte ad un bivio: abbandonare l'insegnamento, o abbandonare i Debauchery perché sembra che suonare in un gruppo di metal estremo sia inconciliabile con una carriera educativa. Come nel più scontato dei film di Jack Black, 'The Bloodbeast' ha optato per la band chiudendo questa vicenda da pellicola hollywoodiana (o da Tribunale del Lavoro). Quindi eccolo tornato con un nome baldanzoso e la solita figa insanguinata in copertina, e forte del suo totale disprezzo per le regole della prospettiva (notare la grandezza della motosega e la posizione della mano sinistra della pettoruta giovincella), e le feroci critiche che hanno sempre accompagnato la sua band, ci propone il solito copione: un bel misto di hard rock tradizionale (Ac/Dc, Krokus) e metal estremo, con ritmiche piuttosto pesantucce e groovy proprio come i maestri Six Feet Under insegnano. Con l'opener "The Unbroken" le intenzioni vengono rivelate subito: parte il groove pesante e semplice nelle strutture, col solito refrain ruffianissimo riscaldato dai fraseggi hard rock delle chitarre. Senza lode, né infamia, però la noia non tarda ad arrivare. Riff piatti, monocorde, poca inventiva, nessuna sorpresa se non nella galoppata "Death Will Entertain" e nella vivace "Killing Is Our Culture". Il resto è tutto uno stopandgo tra insulse ritmiche hard e qualche fraseggio più estremo. Poco più che un esercizio a onore del vero. Possiamo salvare soltanto la produzione, bella corposa e nitida, e la titanica perseveranza di Herr Gurrath. Niente da fare, speriamo non sia questo il prossimo sound del death teutonico.

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