DELIVERANCE: THE EXECUTIONER
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21/09/2004In un metallo pesante purtroppo ormai infettato di studio bands, di gruppi costruiti a tavolino, di consulenti d'immagine che s'atteggiano a musicisti, di spadaccini della domenica e di sexy vampirelle, c'è sempre bisogno di bands genuine come i Deliverance, venuti direttamente dalle Marche per portare al mondo il loro thrash metal orgogliosamente demodè, fatto di riffacci acidi, tempi di batteria spaccaossa, azzeccatissime inflessioni melodiche e tanta, tanta voglia di spaccare il culo. E' un tuffo nella Bay Area anni '80 quello che vi aspetta tra i pezzi di "The Executioner", dunque aspettatevi pure corposi rimandi alle band che fecero grande quella scena: Exodus, primi Testament, ma in primis i Metallica di "Ride The Lightning" e "Master Of Puppets", le cui composizioni mai banali eppure pesanti come macigni sembrano la principale influenze nel songwriting dei marchigiani, costantemente in bilico tra sfuriate brutali e tentazioni melodiche ma non troppo. Scordatevi troppe strizzate d'occhio al thrash rimodernato di Pantera e compagnia: qui la velocità è costantemente alta, influenze hardcoreggianti non ce ne sono e il tutto punta più sull'aggressività e sul sound tagliente che sui riff monocordi à la "Far Beyond Driven" che tanto sembrano piacere alle nuove leve di questi tempi... Il punto di forza del lavoro sta a mio avviso nei bellissimi riff della coppia Fermani/Ferracuti, che insieme alla potente sezione ritmica Ricci/Bracciotti creano brani compatti ma mai monotoni, sapendo quando allentare la tensione con bellissime armonie che possono ricordare quanto fatto in campo death metal da Dark Tranquillity & co. La voce di Andrea Fermani è forse l'elemento più deliziosamente ottantiano del tutto: niente virtuosismi, niente growl, semplicemente tanta rabbia vomitata sul microfono come i migliori Chuck Billy e Dave Mustaine dei tempi che furono! Detto questo, è d'obbligo parlare delle canzoni: la title track è un autentica mazzata thrash degna di inni come "Into The Pit" o "Fight Fire With Fire", cattivissima e con cori brutali stile Testament che vi faranno di certo saltare sulla sedia, e la potentissima "Dust Rises High", il più semplice dei brani inclusi ma secondo me il più riuscito, è veramente una bomba atomica di potenza pura! Notevoli sono anche le più melodiche "Last Cross Road" e "We Are Not Who We Are", che mostrano il lato meno stradaiolo dei Deliverance senza per questo risultare banali o eccessivamente distese. Questi due estremi sono ben sintetizzati da due dei più bei brani del lotto, l'ormai storica "Needle Of Pain" e la magnifica "Deliverance", in cui le bellissime ritmiche di chitarra impreziosiscono una struttura rocciosa e devastante donando consistente smalto al tutto. Insomma, "The Executioner" è un disco che magari propone poche cose realmente nuove, ma in fondo, quando la musica è così ben fatta e potente, e quando le canzoni hanno il tiro che meritano, chissenefrega! Con buona pace degli intellettuali dell'ultim'ora secondo cui l'heavy metal è morto e bisogna per forza ricercare nuove sonorità per avere un senso nella scena odierna... credo che i Deliverance saranno felicissimi di dimostrarvi che avete torto!
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