DEATH: LEPROSY
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23/09/2003Quello che i Death del povero Chuck Shuldiner hanno rappresentato per il mondo della musica estrema non si può certo riassumere in poche righe. La loro evoluzione straordinaria li porta dal death metal sporco e viscerale dei primi lavori fino alla seconda metà degli anni novanta,dove il gruppo tocca vette compositive di eccelso valore. 'Leprosy' è il secondo album registrato dal gruppo ed arriva circa un anno dopo il debut 'Scream Bloody Gore'. Le otto tracce che compongono i neanche quaranta minuti di durata del disco sono decisamente improntate verso un estremismo sonoro in grado di rappresentare in modo più che efficace la sintesi di ciò che era il death metal all'epoca: dolore fisico, morte, deperimento della carne, lacerazioni ecc. Infatti canzoni come la title-track o l'ottima "Pull The Plug" la dicono lunga già a partire dal titolo. Se poi aggiungiamo che la voce di Chuck (almeno in questo album) è veramente quanto di più malato e sconvolgente si possa immaginare, allora lo scenario è completo. Sicuramente va citata tra i migliori brani del lotto quell' "Open Casket", che insieme ad altre successive canzoni dei Death va ad indagare da vicino il concetto di morte e tutto ciò che gli ruota attorno. Se da un lato il sound creato in questo album emerge in tutta la sua violenza, è comunque riscontrabile nella maggior parte dei brani ("Choke On It", tanto per fare un nome) la presenza di linee melodiche abbastanza inusuali per il genere, che non sono nient'altro che un primo indizio della direzione musicale che il gruppo seguirà in futuro. Tirando le somme 'Leprosy' è un album più che discreto, che rappresenta i primi passi dell'incredibile percorso evolutivo dei Death.
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